Giugliano e le sue vittime innocenti, a trentadue anni dall’omicidio di Mena Morlando

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Giugliano e le sue vittime innocenti, a trentadue anni dall’omicidio di Mena MorlandoLady in the city

Rubrica di Eliana Iuorio

Una ragazza di 25 anni, con i suoi sogni e le sue speranze, viene uccisa a Giugliano, il 17 dicembre 1980, vittima innocente di una “guerra” che non le apparteneva.

Filomena Morlando, “Mena”, stava facendo rientro a casa, dopo essersi recata in lavanderia, quando, all’altezza della Chiesa di S. Anna, viene coinvolta in un conflitto a fuoco di matrice camorristica.
Mena non avrà il tempo di scappare, di fuggire quei colpi.
Francesco Bidognetti, boss attualmente al 41 bis nel carcere di Parma, era, in quel tempo, in soggiorno obbligato a Giugliano; alcuni sicari di un altro gruppo camorristico, della fazione avversa, si precipitarono contro di lui, che si trovava disgraziatamente nei pressi della Chiesa di S. Anna.
Tanti spari, come botti di Natale.
Ma a morire, per una pallottola non destinata a lei, proprio la ragazza, la giovane insegnante “colpevole” di essere uscita di casa – come è nel diritto di ciascuno di noi – per portare a termine una commissione per conto della madre.

Giugliano e le sue vittime innocenti, a trentadue anni dall’omicidio di Mena MorlandoChi ha ucciso Mena Morlando è stata la camorra, perché a Giugliano la camorra c’è sempre stata e c’è tuttora, dimorando ovunque; ad uccidere Mena è stata l’omertà e l’indifferenza, di chi ha preferito ripararsi dietro porte e finestre, chiudendosi nel silenzio ben oltre, quel 17 dicembre 1980.
E’ notizia di pochi giorni fa, quella che vede Francesco Bidognetti – proprio il camorrista che si è fatto scudo di Mena, per evitare quella morte cui era destinato – indagato per disastro ambientale, dai magistrati della Dda di Napoli.
Il “boss” cui molti portavano “rispetto” perché tale, per paura o meglio, per vigliaccheria e mancanza di dignità, è accusato di aver smaltito illecitamente, con la sua società (la “Ecologia 89”), più di 800 mila tonnellate di rifiuti tossici, tra gli anni ’80 e la metà dei ’90, provenienti questi dalle aziende del nord, nelle discariche del giuglianese, in località Scafarea.
Unitamente alla complicità e connivenza di chi avrebbe dovuto vigilare ed impedire il massacro del territorio, ha destinato al cancro ed alla morte tanti, tra bambini, donne, uomini, animali e vegetazione, su questa terra. Tante altre vittime innocenti di camorra.
Come possiamo, oggi, non schierarci apertamente contro la camorra che ammorba i nostri territori?
Come possiamo, prestare consenso, a camorristi ed a personaggi della scena politica locale, che hanno fatto e continuano a fare i loro sporchi interessi?
Come possiamo dimenticare il dolore delle famiglie ed il sacrificio di Mena, del dott. Antonio de Rosa, di Giuliano Pennacchio, caduti vittime innocenti, nella nostra Giugliano, terza città della Campania?
Riflettiamo, sulle nostre azioni. Traduciamo in Impegno, le nostre idee e la nostra indignazione.
Siamo chiamati a scegliere, quotidianamente.
Con la camorra, o contro di essa.