Dal profilo elaborato dalla neuropsichiatra Annamaria Nazzaro, il folle gesto di Giulio Murolo nasce dal suo lato cattivo, in quanto il folle della sparatoria di Secondigliano possiede “una personalità psicotica scissa, con delirio di onnipotenza espresso nella possibilità di determinare la vita degli altri”. L’Io buono è l’uomo che si prende cura dei pazienti in ospedale, mentre il suo Io cattivo che si può ritrovare nella sua “passione maniacale per le armi”.
L’uomo, infatti, aveva in casa un vero e proprio arsenale, ma per la neuropsichiatra la caccia qui non c’entra nulla: “Qui non si tratta di un cacciatore, ma di un cecchino, che abbatte i passanti con un tiro al bersaglio”. In pratica dietro la persona perbene che i vicini hanno descritto, si nascondeva un Giulio Murolo con una passione ossessiva per le armi, che andava perfezionando la sua mania di distruzione, esplosa con l’uccisione di quattro innocenti.
Dopo la strage Giulio Murolo si è chiuso nel silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere: “dopo aver espresso la sua personalità di cecchino è rientrato nell’altra, nell’Io buono e ritiene di non aver più nulla da dire”. Intanto a carico di Giulio Murolo è stata formulata ufficialmente oggi dalla procura l’accusa di ricettazione e detenzione abusiva d’armi.
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