Gli affari toscani dei Casalesi? I lavori di ristrutturazione degli Uffizi

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di Redazione

La Guardia di Finanza ha arrestato sei persone tra Toscana e Campania nell’ambito dell’inchiesta Atlantide e proceduto al sequestro di beni per un valore di 11,3 milioni di euro: immobili nelle province di Arezzo e Caserta, terreni in provincia di Arezzo, veicoli, rapporti bancari e postali e quote di società con sede in Toscana e Campania sono state confiscate al clan dei Casalesi.

Nel mirino degli inquirenti sono, infatti, finite due ditte edili che sarebbero collegate al clan dei Casalesi ed intestate a prestanome incensurati. Si tratta di ditte di fama nazionale, al punto da essersi aggiudicate appalti pubblici di rilievo, come i lavori di ristrutturazione degli Uffizi fiorentini e l’edificio dell’ex cinema Gambrinus a Firenze per l’apertura dell’Hard Rock Cafe; non mancano, però, gli appalti milionari ottenuti da privati: anche la villa di Sting nel Chianti sarebbe sull’elenco delle due ditte.

Di fatto, a gestire gli affari, era Giovanni Potenza, 62enne, già legato alla NCO di Cutolo, che forniva al clan dei Casalesi il 4% dei guadagni provenienti da ogni fattura emessa. Le imprese, secondo le indagini guidate dal sostituto procuratore della Dda di Firenze Tommaso Coletta, avrebbero utilizzato fatture false ed evaso imposte per 3 milioni e 150 mila euro dal 2007 al 2012: grazie agli incredibili proventi potevano, in pratica, permettersi di proporre prezzi più bassi rispetto ai concorrenti del settore, aggiudicandosi così i grandi appalti di cui sopra.

Grandi investimenti, insomma, quelli della camorra campana in quel di Firenze: “la camorra è presente anche in Toscana. Solo che qui non fa saltare le macchine” ha dichiarato Tommaso Coletta. Si spera lo ascoltino quanti credono che la criminalità organizzata sia un prblema esclusivo del Sud Italia.

16 gennaio 2014