Armando ha 23 anni, studia Lettere Moderne alla Federico II e ha una grande passione per la commedia di Eduardo. Paolo ha 20 anni, ma alle spalle ha già una piccola carriera di attore e un discreto passato da videomakers. In comune hanno l’amore per il loro quartiere, San Lorenzo-Vicaria, e l’intenzione di fare qualcosa per rilanciarlo. Partendo proprio dalla denuncia sociale, quella che implicitamente è contenuta ne “La grande schifezza”, il corto parodia de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, che i due ragazzi hanno realizzato coinvolgendo tutti i giovani del quartiere, per lanciare un messaggio – un grido – di speranza per una zona da troppo tempo abbandonato a se stesso, trascurato dai suoi stessi abitanti e ancor più da istituzioni assenti, e che da tempo attende la meritata rinascita.
“La grande bellezza” siamo noi, nonostante la “schifezza” che ci circonda
“La grande schifezza purtroppo è quello che ci circonda, il degrado a cui siamo ormai abituati: un quartiere che a noi giovani offre ben poco, dove non ci sono biblioteche, né cinema, né teatri, né luoghi di ritrovo e incontro” spiega Armando ai microfoni di Road Tv Italia. Una “schifezza” che copre “a sprazzi” quanto c’è di buono nel quartiere, e nella vita quotidiana dei giovani che lo abitano: le partite di calcetto, le serate in compagnia davanti a una pizza o al cinema. “La grande bellezza è proprio questa” afferma Paolo, “il fatto che nonostante tutto noi ragazzi riusciamo a stare insieme e a divertirci con poco, sopperendo alle mancanze di un quartiere che ci offre davvero poche occasioni di svago”. Una vita molto diversa quella che si vive qui, all’Arenaccia, rispetto a quella di Jep Gambardella raccontata ne “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, che però, allo stesso modo, cela dietro la mondanità esasperata e il lusso sfrenato la ricerca costante, da parte del protagonista, di quegli “sprazzi di bellezza” che, dice Armando “si trovano proprio nelle piccole cose”.
Ripartire dalle piccole cose
Ed è da quelle piccole cose che bisogna ripartire, secondo Paolo e Armando, per rilanciare il quartiere: “far sentire la nostra voce per iniziare una rivoluzione dal basso“. Come? Continuando a fare quello che hanno fatto finora: studiare, dedicarsi al teatro, amare la cultura e, perché no, provare a fare cinema. Il prossimo progetto? “Un documentario su Eduardo De Filippo, una delle più grandi e importanti figure della drammaturgia italiana e mondiale dopo Pirandello, a cui è impossibile non rendere omaggio, soprattutto in occasione del trentennale della sua morte”. Un progetto intraprendente e ambizioso, ma che senza dubbio per Paolo e Armando sarà un successo. Non ci resta che fare loro un grande in bocca al lupo.