Una volta produrre un prodotto per un’altra azienda ed etichettarlo con il marchio di quest’ultima nei propri stabilimenti era un reato, era frode alimentare e ciò perché non solo limitava la rintracciabilità del prodotto, ma, anche, perché un’azienda era portata a vendere come italiano o italiano di alta qualità una merce che non era né italiana o, quando lo era, di bassa qualità.
Eppure per anni, ad esempio, lo stabilimento ex-Cirio di Caivano ha prodotto passata di pomodoro che veniva contrassegnata con etichette di altri marchi e stabilimenti (soprattutto emiliani e francesi). Per non parlare degli anni più recenti, in cui ad esempio, il suddetto stabilimento, venduto al Gruppo Giaguaro di Sarno, risulta chiuso, eppure, produce ed etichetta a bassi standard di qualità un prodotto contrassegnato con noti e pregiati marchi Nazionali e Francesi.
Tutto ciò era illegale, ma ora grazie a Renzi non lo è più, o almeno sarà più facile effettuarlo, in quanto dal 14 dicembre non vi sarà più l’obbligo di citare lo stabilimento di produzione sull’etichetta. Ragion per cui non si avrà più nessuna sicurezza sugli standard di qualità e di igiene del prodotto, ma un pomodoro verrà venduto come prodotto italiano di alta qualità quando invece sarà stato prodotto in serre a Cernobyl o su Marte.
Come ha detto il deputato del Movimento 5 Stelle Giuseppe L’Abbate: “il Governo Renzi non lascerà l’obbligo di diciturea dello stabilimento di produzione e/o confezionamento sull’etichetta. La giustifica di questa operazione è il fatto che manca una legge. Il Governo Renzi, che emana un decreto a settimana, viene a dirci in Aula che manca la legge che obblighi questa disposizione. Siamo il paese della contraddizione. Quando è nell’interesse delle piccole e medie imprese italiane dichiarare alti standard a tutela della salute di tutti i consumatori. Complimenti Renzi!“
Sulla stessa linea d’onda è Il Fatto quotidiano a commentare: “il Ministero per lo sviluppo economico ha effettivamente espresso l’assenza di volontà rispetto al mantenimento dell’obbligo nazionale di citare la sede dello stabilimento (di produzione e/o confezionamento) sulle etichette dei prodotti alimentari venduti in Italia. Questa intenzione è stata ribadita in una nota informativa diffusa alla fine del mese di luglio 2014, la quale però non è stata resa pubblica, bensì trasmessa alle Associazioni rappresentative delle varie categorie produttive”.
In altre parole nel giro di pochi anni Renzi riuscirà a fare ciò in cui non era riuscito nemmeno Berlusconi, fare tabula rasa di un trentennio di conquiste e tutele sanitarie e alimentari.
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