48 ore di sciopero generale decretato dai sindacati, in attesa della decisione sul piano di austerity, richiesto da Ue e Fmi per la nuova tranche di aiuti da 130 miliardi di euro: il piano, approvato dal Governo greco la notte scorsa, ha l’obiettivo di salvare il paese dal default.
Ma le proteste non sono terminate.
Mentre a pochi passi il Parlamento ellenico si accingeva al voto finale, oggi veniva presa d’assalto Piazza Syntagma, dove circa 7.000 manifestanti si sono ritrovati per esprimere il loro dissenso rispetto ai pesanti tagli alla spesa pubblica previsti dal piano. A cercare di fronteggiare la loro rabbia, 5.000 agenti in tenuta antisommossa dispiegati nel centro di Atene, totalmente bloccato al traffico.
E brucia piazza Syntagma, con i suoi edifici dati alle fiamme e più di 60 feriti, tra fuochi e gas, lacrimogeni e molotov. Una ventina invece gli arresti.
Ieri pomeriggio anche le istituzioni hanno detto la loro.
Il premier greco, Loukas Papademos, si è detto consapevole del fatto che le nuove misure colpiranno i greci a breve termine, ma ha aggiunto: ‘i costi sociali non si possono paragonare al disastro che genererebbe una bocciatura del pacchetto austerity’.
Il nostro capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si è detto preoccupato dalla forte manifestazione di malessere sociale in Grecia, ma ha assicurato che ‘la situazione della Grecia è diversa da quella italiana’.
Il Parlamento è ancora riunito, ma la maggioranza ha già dichiarato di sostenere il decreto austerity.
Ultima possibilità per la Grecia per restare in Europa.