In politica come nella vita credo ci voglia un po’ di umiltà, capacitá e voglia di ascoltare e controllare un po’ l’innata arroganza. Il centro-sinistra non ha avuto nessuna di queste qualità. Anzi certo di essere in vantaggio è stato arrogante e poco umile.
Pensate a quello che hanno detto i leader nazionali del centro-sinistra a proposito del M5S prima delle elezioni. Avrebbero fatto bene a tacere perché quello che dicono oggi fa a pugni con quello che avevano detto ieri. Anche questa è vecchia politica che non si sopporta più. Il centro-sinistra avrebbe fatto bene a guardare con rispetto il movimento di Grillo per tempo e non solo ora perché messo alle strette dai numeri.
Ho già scritto che per la verità è tutta colpa del centro-sinistra se il M5S esiste, almeno in questa forma; le battute su Fassino che con arroganza sfida Grillo a fare il suo partito, se vuole fare politica, affollano la rete e spiegano la povertá di questo centro-sinistra che invece avrebbe potuto incontrare Grillo e gli attivisti per tempo, sostenere le leggi di iniziativa popolare, magari lasciare che Grillo si candidasse alle primarie, chiedere un incontro per farsi spiegare le loro idee sull’ambiente, ad esempio, ecc.
Ma oggi non voglio parlare di questo. Anche solo in questa ultima campagna elettorale il centro-sinistra non si è risparmiato in attacchi scomposti al M5S. Ora mi avventuro su un terreno che spero non mi alieni del tutto le simpatie e la stima di tanti/e del M5S.
Sono anch’io una persona semplice e non un politicante di professione e quindi spero che apprezzeranno il mio essere naive. In politica, come nella vita, non è semplice rispettare chi non ti rispetta per niente, anzi mi pare faccia del non rispetto un punto importante della sua identità. Grillo ha inventato il va fa day, non ha mai risparmiato insulti e non mi pare – ma mi posso sbagliare – che si sia neppure mai troppo preoccupato di distinguere tra leader e attivisti, elettori, militanti ecc.
Penso, ad esempio, alla sua assoluta mancanza di rispetto per le primarie del centro-sinistra che, a mio modesto parere, riguardavano i milioni di cittadini/e che erano andati a votare a prescindere dal fatto che si potesse o meno avere stima per i candidati.
Per quel che mi riguarda ho avuto moltissimo rispetto per le parlamentarie del M5S, al di là se avessi qualche perplessità sulle modalitá e le regole. Il rispetto viene prima, così mi ha insegnato mio padre, e poi magari si possono sollevare delle critiche.
Invece il M5S non rispetta nessuno. E evidentemente questa scelta paga. Personalmente mi spaventa un ritorno alla politica in cui gli avversari diventano nemici, gente alla quale non si riconosce nessuna dignità, radicalmente altri da “noi”. Tuttavia, resto dell’idea che il centro-sinistra abbia sbagliato. Non si cambia perchè qualcun altro ci detta l’agenda del nostro agire e il vocabolario.
Avrei voluto che il centro-sinistra perseguisse la strada del rispetto anche di fronte agli insulti. Bisognava guardare oltre, riconoscere i punti programmatici comuni, tessere i fili del dialogo. Una roba difficile con Grillo, lo dico senza mezzi termini e senza nascondere il disagio. Il suo linguaggio è molto lontano da quello di tanti/e di noi; per altro la sua doppia identità di comico e leader politico credo non aiuti per il suo uso senza remore di offese anche pesanti.
Ma, insisto, il centro-sinistra doveva marcare la sua differenza; il M5S ha la sua di differenza, ha la sua identità. Mi sarebbe piaciuto un centro-sinistra che avesse marcato la sua, che avesse detto “noi guardiamo con rispetto quel movimento, siamo interessati a queste sue proposte ecc.”.
Ovviamente rispettare non vuol dire celebrare o condividere tutto. Per esempio, credo che le critiche sulla democrazia interna del M5S siano ragionevoli e per ragionevoli non intendo dire che siano giuste, ma solo che sarebbe qualcosa di cui mi piacerebbe discutere, se possibile senza insulti o anatemi.
Come pure ovviamente uno come me non può condividere l’idea che destra e sinistra siano roba superata, ma anche in questo caso come spero stia riuscendo a spiegarmi, non si tratta di insultare il M5S ma magari di aprire una discussione su queste cose. Il problema degli insulti e della mancanza di rispetto reciproco è che in queste condizioni non ci si parla e se non ci si parla in genere ci si conosce poco e di giudica per pregiudizi.
Il fatto è che logica del nemico non aiuta, a mio parere, per carità, a distinguere tra diverse posizioni. Io ad esempio ho le mie opinioni politiche – confuse e naive ma le ho – ma non credo che tutti quelli che hanno opinioni diverse e che hanno votato diversamente siano nemici.
Insomma, mentre non vedo per la verità affinità tra me e Casa Pound o tra me e gli elettori di B, mi rendo conto di avere molte cose in comune con chi ha votato Rivoluzione Civile, con tanti/e del m5S e ovviamente con tanti/e dei movimenti che non hanno votato affatto. Vedere queste affinità non é inciucio.
Non funziona cosí nella vita la fuori, da dove venite voi del M5S? Io lo so che voi lo sapete. Lo so che voi lo praticate. Lo so perché conosco il vostro lavoro dentro i movimenti campani sulla giustizia ambientale e so come avete faticato per cercare alleanze, per tenere insieme movimenti, per trovare piattaforme comuni. So anche come avete sofferto e criticato quanti invece volevano imporre una sola visione, un solo modello, insomma con quanti anche dentro i movimenti non hanno cercato affinità ma divergenze a caccia di qualche purezza.
A me piace pensare che il mondo la fuori e quello dentro il palazzo dovrebbero assomigliarsi
Marco Armiero
(storico dell’ambiente, primo ricercatore del CNR e
visiting scholar al centro di Studi Sociali dell’Università di Coimbra)