Bunker, panic room e safe room. In Italia il timore della guerra e la minaccia nucleare spingono la richiesta, e gli imprenditori del settore confermano
Bellissima proprietà, ottime finiture, circondata da un vasto parco, soggiorno con ampie vetrate e bunker antiatomico nel piano interrato “che permette, in caso di contaminazione nucleare, la sopravvivenza al suo interno per circa 80 giorni“. Per 810mila euro, questa villa a Fagagna in vendita su Casa.it, può essere tua. E non è l’unico annuncio di case in vendita che presentano l’inquietante caratteristica: il rifugio a prova di attacco nucleare.
Per 800mila euro si può diventare i proprietari di una “importante villa bifamiliare” in “zona prestigiosa” a Piombino, edificata negli anni ’30, che sulla corte comune presenta “una struttura interrata, già adibita a bunker”, dice l’annuncio. E’ proprio tra gli annunci di vendita di proprietà immobiliari che serpeggia il timore degli italiani, quello della guerra, addirittura nucleare. Alla diffusione della notizia dell’allerta del sistema di difesa russo nucleare, in poche ore un comunicato stampa del 2012 di Immobiliare.it che parlava di immobili con bunker è diventato di tendenza nelle ricerche sul web.
Proponeva la vendita di una villa a Montesilvano che, oltre a doppio garage, vista sul mare, 3.000 metri quadri di giardino privato, sotto al corpo vanta anche un bunker antiatomico le cui condizioni, specificava l’annuncio, sono buone. A Riolo Terme, per 1.800.000 euro si poteva invece acquistare un’ampia e lussuosa villa con parco secolare di proprietà, finiture di pregio e bunker in grado di resistere ad attacchi atomici, batteriologici e chimici.
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Bunker, panic room e safe room. In Italia il timore della guerra e la minaccia nucleare spingono la richiesta, e gli imprenditori del settore confermano. “La richiesta c’è sempre stata ma è sicuramente in aumento”, dice all’AdnKronos il titolare di ArkSafe, azienda specializzata nella sicurezza. Ha la sua sede a San Bassano, in provincia di Cremona, “vicini alla Svizzera che è un bell’esempio di come di previene il rischio e di come si costruisce la sicurezza, cose previste per legge”.
In Svizzera, una legge degli anni ’60 rivista nel corso dei decenni, ha reso obbligatoria la dotazione di un bunker sotterraneo per ogni costruzione. Nei comuni che non hanno abbastanza rifugi sotterranei privati interviene l’amministrazione che deve provvedere a costruirne per proteggere all’occorrenza gli abitanti. “Dai noi c’è un’altra mentalità anche se ultimamente la richiesta sta crescendo anche qui”, dice l’imprenditore.
Quali sono le caratteristiche di un bunker? “Dipende. Prima si fa un’analisi preliminare, del contesto, del livello di sicurezza che si vuole ottenere…”. Costi? “Chi dice i prezzi non dice niente, perché dipende da che tipo di rifugio si vuole realizzare, come lo si attrezza, il livello di sicurezza. Si può fare un rifugio a 5 stelle o grezzo. La prima cosa per noi è la privacy che va sempre e comunque tutelata”.
L’Italia dei bunker, dai rifugi antiaerei di Milano ai bunker di Mussolini
Costruiti in tutta Italia, dalle città alle aree montane, in particolare durante e dopo la seconda guerra mondiale, i bunker nel nostro Paese sono molto diffusi e in alcuni casi per la loro realizzazione vennero coinvolti i migliori ingegneri. Nel solo Trentino Alto Adige, dal 1938 al 1942, furono costruiti cinquanta grandi rifugi di cemento tra le città di San Candido, Sesto e Dobbiaco.
I bunker Breda, o più precisamente i rifugi antiaerei della V Sezione Aeronautica della Breda, sono presenti in tutto il settore est del Parco Nord di Milano. Il bunker Soratte, rifugio antiaereo per le alte cariche dell’Esercito Italiano costruito a partire dal 1937 per volere di Benito Mussolini, rappresenta una delle più imponenti opere di ingegneria militare in Europa: 4 km di gallerie, una vera e propria città sotterranea.
Alcuni dei bunker presenti in Italia sono veramente suggestivi e restano preziosi testimoni della nostra storia. Tra i bunker storici che si possono visitare, ci sono il bunker di Mussolini e quello di Vittorio Emanuele III a Roma, il bunker di Soratte, quello di Breda e Opera-1 in provincia di Bolzano.
L’ultimo bunker di Mussolini si trova sotto Palazzo Venezia a Roma. Si estende su 80 metri quadrati circondato da muri in cemento armato spessi più di 2 metri. Abbandonato dopo la guerra, è stato scoperto solo nel 2010, durante dei lavori di ristrutturazione. Non è l’unico bunker del Duce: nel parco di Villa Torlonia, si trova un altro rifugio ben più ampio, 475 metri quadri. Anche questo è periodicamente aperto per mostre e visite guidate. Poi c’è quello dell’Eur, costruito come soluzione di emergenza per gli alti funzionari che soprintendevano i lavori di realizzazione dell’Esposizione Universale.
Il rifugio antiaereo di Vittorio Emanuele III, dotato di tutti i comfort, si trova nel parco di Villa Ada a Roma. Realizzato fra il 1940 e il 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, nell’eventualità di bombardamenti strategici da parte delle Forze Alleate, è rimasto inaccessibile al pubblico per 70 anni e oggi è visitabile con le guide dell’associazione Roma Sotterranea. Al suo ingresso, la scritta: “La politica non violi questo luogo, da qui esca solo la storia”.
A 45 km dalla Capitale, nel 1937, per volere di Benito Mussolini, venne avviata sul Monte Soratte la realizzazione di numerose gallerie all’interno della montagna come rifugio antiaereo per le alte cariche dell’Esercito Italiano. Un totale di 4 km di gallerie che nel dopoguerra fungevano da bunker antinucleari, in caso di ipotetico attacco nucleare a Roma. Nel tempo la struttura è stata abbandonata e solo due decenni fa è stata restaurata e aperta al pubblico.
Numerosi i bunker a nord di Milano, rifugi antiaerei per piloti e operai che potevano accogliere, ognuno, 40 persone per un massimo di 3 ore, il tempo di esaurire l’ossigeno. Dopo la fine della seconda guerra mondiale furono abbandonati e dimenticati finché un ritrovamento accidentale li restituì alla comunità e sono diventati luoghi che accolgono eventi, mostre e iniziative culturali.
Lungo i confini settentrionali dell’Italia fu scavato un numero incredibile di bunker. Per la maggior parte sono chiusi, altri sono nelle disponibilità dei comuni e trasformati in monumenti storici. Come nel caso di “Opera 1”, in provincia di Bolzano, dove è stato creato “Il sentiero delle rimembranze e della solidarietà”.