I bambini e la malattia psichica

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I bambini e la malattia psichica

A cento anni dalla nascita di Franco Basaglia che ha rivoluzionato la storia delle cure psichiatriche in Italia – affermando che dietro al paziente con disagio mentale, c’è sempre una persona con dei diritti, che va curata – colpiscono i dati più recenti sulla malattia psichica.

Una persona su 8 nel mondo e una su 6 in Europa (pari a 110 milioni di persone) convive con qualche forma di disagio mentale, dall’ansia ai disturbi di personalità: una vera emergenza sanitaria.In Italia, secondo la Società Italiana di Psichiatria, c’è stato un incremento delle problematiche legate alla salute mentale di quasi quattro volte.

Un tema tornato alla ribalta con la pandemia Covid-19, e che ha visto un aumento dei disturbi soprattutto tra i giovani. Secondo l’OMS in Italia più di 2 milioni di giovanissimi, già prima dei 14 anni, sono colpiti soprattutto da disturbi del neurosviluppo – in particolare autismo e disturbi del comportamento – che costituiscono la prima causa di disabilità giovanile.

Ma anche per i bambini i dati sono impressionanti.

Secondo il Report annuale europeo Headway, circa il 20% dei bambini – una percentuale altissima – sperimenta problemi di salute mentale durante gli anni scolastici e riferisce infelicità e ansia per il futuro.

Prevenire e curare i disturbi mentali nei bambini richiederebbe da parte degli adultianzitutto attenzione, comprensione e riconoscimento di precoci manifestazioni patologiche, sostegno.

Certe patologie psichiatrichedegli adulti(come il deficit dell’attenzione) infatti cominciano spesso nei primi anni di vita. Ma esiste un ritardo drammatico nelle diagnosi, per la pur comprensibile ritrosia ad associare ai piccoli una malattia psichiatrica, e anche perchè le famiglie spesso non se ne accorgono subito, generando forme adolescenziali non curate che porteranno a diventare adulti instabili affettivamente e lavorativamente.

Secondo gli esperti, l’aumento della depressione edelle patologie psichiche nei bambini potrebbe risiedere nel fatto che si tratta di generazioni ipertutelate dalle esperienze problematiche del mondo reale, ma anche abbandonate senza protezione a un mondo virtuale molto più aggressivo e conformista.

Bambini “sicuri” tra le mura di casa magari davanti a uno schermo o a uno smartphone, ma anche depressi espessorinunciatari alla propria autonomia nelle attività quotidiane: l’iperprotezionesi traduce di fatto in abbandono.

Soprattutto molti bambini si sentono terribilmente soli.E quindi insicuri, impauriti, in deficit di interesse e di autostima rispetto a ciò che gli viene richiesto.

In preda all’ansia.E’ la generazione ansiosa e che non chiede aiuto, di cui parla Jonathan Haidt nel suo  “The Anxious Generation”, libro di grande successo con un sottotitolochiaro e inquietante: «Così la grande riconfigurazione dell’infanzia causa un’epidemia di malattie mentali».

Ciò che manca principalmente a tanti bambini è di avere relazioni umane, in cui essere finalmente ascoltati ee presi sul serio, anche nei loro silenzi.

Sabato 25 e 26 Maggio, nella Prima Giornata Mondiale dei Bambini a Roma, Papa Francesco, ha voluto rimettere al centro proprio i bambini: migliaia di bambini provenienti da diversi Paesi, dall’Europa e dal mondo intero, insieme alle loro famiglie.Havoluto anzitutto ascoltarli. Ascoltare le loro attese e i loro sogni, ma anche i loro dolori e le loro sofferenze.

Un segnale profetico importante e in controtendenza. Da raccogliere e da far crescere.