Categories: CronacaFocus

I migranti e “noi”

In un caldo pomeriggio partenopeo di luglio nella Sala “Silvia Ruotolo” della 5° Municipalità si respira aria di festa: è la cerimonia di consegna dei Diplomi e degli Attestati della Scuola di Lingua e Cultura Italiana della Comunità di Sant’Egidio.

Diversi insegnanti e oltre 50 studenti chiacchierano e scherzano in italiano malgrado le loro disparate provenienze: Mali, Ucraina, Gambia, Perù, Nigeria, Bielorussia, Repubblica Dominicana, Venezuela, Ghana.

Vedendo la gioia nei loro volti, non posso fare a meno di pensare come per la maggior parte facciano parte del grande popolo di oltre 35 milioni di rifugiati che hanno attraversato un confine internazionale in cerca di sicurezza a causa di conflitti, violenze, persecuzioni e discriminazioni subite nei Paesi d’origine, amplificati dalle crisi climatiche, alimentari e dal Covid 19.

L’Alto Commissario per i rifugiati, in occasione della Giornata mondiale del 20 giugno, ha espresso preoccupazione per l’inasprimento delle regole sulla loro ammissione, per l’ostilità crescente all’accoglienza di leaders politici e opinioni pubbliche europee. Definizioni come “sostituzione etnica” – gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro – teoria complottista con radici antisemite e razziste, manifestano, come ha recentemente scritto Marco Impagliazzouna società percorsa da pulsioni semplificatorie e generalizzanti che danno luogo a manifestazioni di razzismo strisciante o esibito, non di rado violente”.

Questo clima di permanente aggressività verso i migranti, visti come gli altri contrapposti a noi, è peraltro totalmente fuori luogo rispetto alle crescenti necessità della loro presenza imposte dalla storia e dalla realtà del nostro Paese.

Economiche, come spiega bene Tridico, Presidente dell’Inps quando, ribadendo l’esigenza tutta italiana di coprire la domanda di lavori medio bassi da Nord a Sud con un maggiore, regolare e fluido flusso di migranti, dice sinteticamente: “Le economie ricche hanno tutte molti migranti”. Senza contare che nel sistema occupazionale italiano, gli immigrati fungono da “ammortizzatore sociale aggiuntivo” a beneficio dei lavoratori italiani e possono evitare tra 20 anni la criticità enorme dei conti delle pensioni.

Da un punto di vista demografico il rapporto ISTAT 2023 del 7 Luglio rileva in Italia la “consistente emigrazione, soprattutto di giovani, non controbilanciata da altrettanti flussi migratori in entrata”.

Della urgente necessità italiana di scolarizzare bambini migranti che impediscano a scuole di tutti i livelli di chiudere per carenza di italiani, si è spesso detto.

A cosa serve allora la discriminazione istituzionale, burocratico-amministrativa, abitativa, scolastica e lavorativa che subiscono rifugiati, profughi e i migranti?

E’ un grande autogol di una società indolente e refrattaria a comprendere.

Mentre penso a tutte queste cose ascolto Ruslan, giovanissimo profugo ucraino arrivato a Napoli dal suo Paese in guerra alla Scuola a Settembre, sfiduciato, senza comprendere e pronunciare una sola parola in italiano. Ora in un italiano quasi perfetto racconta sorridente e orgoglioso di come, attraverso il potente strumento d’integrazione della lingua italiana appreso a Sant’Egidio “ho trovato un piccolo ma stabile lavoro e voglio iscrivermi all’Università”.

Osservo e ascolto altri studenti. Nei loro sguardi e parole traspaiono impegno, motivazioni, gioia, gratitudine, apertura agli altri, aspettative e fiducia nel futuro: proprio i sentimenti e gli atteggiamenti di cui i nostri giovani e i nostri cittadini spesso hanno tanto bisogno.

E comprendo meglio il valore aggiunto della presenza dei nuovi europei: questi nostri concittadini, lungi dall’essere un problema, sono una grande risorsa umana e culturale di cui tutti abbiamo estremamente bisogno. Ci risvegliano dal torpore dell’indifferenza, ci rendono migliori e aprono il nostro Paese a nuovi orizzonti di speranza e di pace. Vogliamo finalmente prenderne atto?

This post was published on %s = human-readable time difference

Mario De Finis

Docente, formatore e autore di testi in ambito universitario. Credo che promuovere insieme una cultura inclusiva e di pace, ispirata da amicizia e solidarietà, possa cambiare la vita e la storia. A partire dai giovani e dai più fragili.

Recent Posts

“Napoli Est Fest”, Simone Schettino al Centro Asterix

Nell’ambito della terza edizione del Napoli Est Fest, la rassegna in corso nella VI municipalità,…

3 ore ago

Giannini Editore, tre nuovi libri da scartare sotto l’albero

“Il viaggio dell’attore nello studio del cinema” di Pino Sondelli, “Dall’altro lato del fiume” di…

3 ore ago

Futsal, cuore e grinta Napoli: gli azzurri sfiorano la vittoria nel finale a Roma

Termina 2-2 lo Sky-match tra Roma e Napoli Futsal. Ottavo risultato utile consecutivo per i…

4 ore ago

Basket, Totè segna sulla sirena: Napoli brinda alla prima vittoria

S.S. Napoli Basket - Givova Scafati 96-94 dopo un tempo supplementare (22-19, 24-19, 18-19, 18-25,…

4 ore ago

Natale in tavola, ecco la minestra maritata con la giovenca sannita

L’idea del macellaio Social Vincenzo Natale per il piatto tipico delle feste Piatto nato in…

4 ore ago

Gol Floriani Mussolini, parte del pubblico Juve Stabia urla cognome materno: è polemica

Sta diventano virale, e sta facendo discutere, il video che mostra l'esultanza di ieri del…

9 ore ago