Sono ormai mesi che le grandi arterie commerciali del Centro storico di Napoli sono insofferenti al nuovo fenomeno di massa delle friggitorie e delle patatinerie, dei megastore delle patatine fritte. Da via Scarlatti a via Luca Giordano, da via Toledo, a via Roma e Chiaia, da corso Umberto I a piazza Bovio, da piazza Nicola Amore a piazza Garibaldi, le friggitorie specializzate delle patatine fritte insudiciano le strade di residui organici, vaschette in tetrapack, plastica alimentare e di mais, carta, bottiglie e lattine.
Le friggitorie ribattezzate con il nome di patatinerie, i megastore del fritto da strada, sono divenute un fenomeno sociale ad alto impatto ambientale. Non solo i rifiuti ma, anche, la grande affluenza di persone, l’inquinamento acustico, i fumi di scarico delle cucine, stanno trasformando il centro storico partenopeo. E la cosa non piace ai cittadini, che si preparano all’insurrezione.
La prima è quella impugnata dalla II Municipalità e dal suo presidente, Francesco Chirico, il quale chiede in maniera accorata una regolamentazione di questo genere di attività commerciali. Le patatinerie devono contribuire al mantenimento dell’igiene pubblica e del decoro cittadino con la pulizia degli spazi antistanti i loro esercizi, con la messa a disposizione di ulteriori contenitori che siano in grado di raccogliere l’intero volume di rifiuti indifferenziati che il loro commercio produce e l’impegno affinché i loro clienti osservino effettivamente, pena multe, i regolamenti.
Domenica sera, come tutte le sere ormai, all’ingresso di Chipstar, la nuova patatineria aperta nei pressi della Stazione Toledo della Linea 1, fin giù le scale della stazione e nel raggio di 10 metri dall’esercizio c’era una vera e propria discarica. I clienti della patatineria consumano e gettano i resti in strada, resti che si deteriorano fino all’arrivo degli operatori ecologici il mattino successivo.
Francesco Chirico ha dichiarato che questa è stata “una scena indecorosa che non deve più ripetersi. Chiederò al Comune un’ordinanza sindacale ad hoc per distribuire contenitori a rendere. Sono necessari più controlli e sanzioni della Polizia Municipale. Le patatinerie devono adeguarsi agli standard di tutela dell’igiene in città. Se non lo fanno, devono essere sanzionate pesantemente“.
A parte la scarsa osservanza delle regole civiche da entrambe le parti, effettivamente c’è una esponenziale se non eccessiva produzione di rifiuti: “al di fuori del negozio in questione domenica sera i contenitori dell’Asia erano stracolmi e il carrello aggiuntivo da utilizzarsi in caso quest’ultimo non bastasse era chiuso, inutilizzato”. Se la raccolta dei rifiuti straordinaria dalle 18 alle 20 non basta, dipende anche e soprattutto dal fatto che non esiste una reale collaborazione dei commercianti e dei clienti affinché si mantenga l’igiene e il decoro delle strade cittadine.
Le lamentele dei residenti e dei cittadini di passaggio tra piazza Dante, piazza del Plebiscito e via Chiaia, dove si contano almeno 10 friggitorie, sono innumerevoli. “Ricevo ogni giorno lamentele dai commercianti per la sporcizia in strada, dai residenti per la puzza ma anche per la presenza di insegne che deturpano facciate di fabbricati storici” spiega amareggiato De Chirico. Quello delle friggitorie è un fenomeno di massa ma deve essere regolamentato meglio” conclude.
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