Al II Policlinico dopo le barelle vaganti, sono arrivati i motorini in corsia
Per anni non riuscivo a comprendere come in accademia non fosse evidente la differenza tra immaginazione e fantasia, eppure a Napoli quest’ultima ha quotidianamente una paradossale applicazione pratica, una rigorosa evidenza che neppure Keplero, Galilei e Vico potevano restituire nella teoria così fedelmente. L’immaginazione è critica, segue delle regole per mettere un tutto in discussione, è in ultima istanza una disciplinata e coerente decostruzione, creatività. La fantasia, al contrario, è sempre una deformazione senza precedenti e, in quanto tale, gestita dal caso, essa è puro spontaneismo.
Al II Policlinico la fantasia supera l’immaginazione
Dopo barelle che scaturivano dalle ambulanze in piena carreggiata, cadaveri dispersi all’interno degli obitori, medici non irreperibili all’interno delle sale operatorie, controsoffitti che rovinano sui pavimenti con urti insignificanti, al II Policlino di Napoli un motorino circola tra le corsie dell’ospedale tra lo sbigottimento dei tirocinanti e la disperazione dei pazienti.
Le denunce di Francesco Emilio Borrelli e di Gianni Simioli
La denunce sono dipartite dallo sconcerto di Francesco Emilio Borrelli dei Verdi e Gianni Simioli della Radiazza. Secondo le testimonianze il fantasioso dipendente dell’Ospedale appariva irritato dalle osservazioni degli studenti e dei pazienti, i quali non hanno retto alla eclatante prevaricazione della sua fantasia.
“Solo un dio ci può salvare”
Purtroppo questo non è il primo caso così paradossale, smentita qualsiasi autorità, tutti ormai si sentono liberi di poter fare quello che si vuole e di rimanere impuniti. Cosa ci salverà dalla barbarie?