Il 15 aprile 1967 moriva il principe Antonio De Curtis, il “principe della risata”, Totò. A 54 anni dalla sua scomparsa si ricordano ancora quelle parole che lui stesso pronunciò in merito alla sua scomparsa: “Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire“.
Quarant’anni di carriera, numerosi spettacoli e un centinaio di film, in ognuno dei quali capace di regalare al suo pubblico risate incontenibili, momenti indimenticabili e quelle verità e quella saggezza napoletana che resta un’eredità intramontabile. E allora oggi, a 54 anni dalla sua scomparsa, ricordiamo Totò con quelle battute e quelle risate che ancora restano a così tanto tempo di distanza.
Un mostro sacro della comicità italiana, riconosciuto in tutto il Paese anche per quei ruoli che riuscì a far entrare nelle sue corde, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. L’attore infatti ebbe modo di esprimersi anche in panni impegnati e drammatici sia al teatro che al cinema. E’ il caso de “Il comandante”, film del 1963, in cui Totò interpretò, in chiave amara e crepuscolare, il dramma del neo-pensionato che non si abitua alla sua nuova condizione senza occupazione né obiettivi.
E non solo. Impossibile dimenticare Totò in veste di paroliere, poeta, drammaturgo e cantante. Come dimenticare quelle parole scritte dal Principe che, ancora oggi, risuonano per il mondo. Malafemmena fu scritta e musicata da Totò nel 1951 in occasione del concorso di Piedigrotta, La Canzonetta.
Quanti aneddoti aleggiano intorno a quell’uomo la cui comicità non riuscì mai a nascondere un animo gentile e nobile, dietro quello sguardo sempre un po’ malinconico. Il giorno del suo funerale molti dei partecipanti al rito funebre si sentirono male, altri scapparono dopo aver visto il fantasma di Totò presente tra la folla. Quante risate si sarà fatto guardando la sua controfigura tra coloro che erano presenti per dirgli addio.
Per salutare Totò, ricordiamo quelle sue ultime parole che mostrano e testimoniano l’amore per la sua terra, per il suo popolo, le sue origini: “Mi sento male, portatemi a Napoli“. Così se ne andava il Principe della risata.
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