Il 16 dicembre sciopero generale dei medici

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Medici

Dopo la manifestazione di sabato scorso ora è la volta dello sciopero generale dei medici per 24 ore, che si terrà il 16 dicembre. In una nota congiunta i sindacati del comparto spiegano che, in “assenza di un confronto programmatico con le istituzioni, rimangono senza risposta le criticità sofferte ed evidenziate dai professionisti e dai cittadini, mettendo a rischio la tenuta del sistema” e confermano quindi lo sciopero di 24 ore e le forme di protesta che seguiranno, “declinandosi in richieste chiare anche per il peggior sordo, che poi è quello che, pur dicendo di sentire, non vuole o non sa ascoltare”.

 

Sciopero generale dei medici per 24 ore il 16 dicembre, la nota congiunta delle associazioni

Tra le richieste, come riporta askanews, l’apertura dei tavoli di contratto e convenzioni, non a costo zero, per valorizzare, dopo 6 anni di blocco, la fatica e la responsabilità del lavoro professionale, strumenti di governo ed innovazione e sedi di cambiamenti; l’abolizione del comma 128 della legge di stabilità, che depaupera la contrattazione aziendale di risorse storiche; l’approvazione di un piano di assunzioni e di stabilizzazione di precari, che affronti la normativa europea sull’orario di lavoro, evitando il pagamento di pesanti sanzioni alla UE, e la gobba demografica, che vedrà uscire dal lavoro attivo 13000 medici nel prossimo biennio; l’avviamento del confronto sull’articolo 22 del patto della salute, per rimediare alle condizioni mortificanti e marginalizzanti di esercizio della professione, l’aumento della sicurezza delle cure per cittadini ed operatori, attraverso una legge organica, già approvata da non trasformare in spezzatini vaganti nel mare della giurisprudenza italiana. E ancora la riforma delle cure primarie, nel rispetto del valore del lavoro e della dignità dei medici, per favorire la integrazione del territorio con l’ospedale e un concreto rilancio della prevenzione e la richiesta di cancellare la subordinazione della rete ospedaliera e territoriale alle facoltà di medicina, prevista dalla legge di stabilità.

“Le categorie professionali sono parte della soluzione alla crisi di sostenibilità del sistema sanitario, per contenere i costi e migliorare efficacia ed efficienza. Se, invece, si vuole cambiare pelle al SSN, noi non ci stiamo, e continuiamo a ritenere necessaria una infrastruttura civile come la sanità pubblica, che non si salva se non insieme a chi ostinatamente continua a tenerla in piedi” concludono le associazioni firmatarie della nota ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID (AIPAC-SIMET-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO- ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – FIMMG – SUMAI – SNAMI – SMI – INTESA SINDACALE (CISL MEDICI-FP CGIL MEDICI-SIMET-SUMAI) – FESPA – FIMP – CIPE – ANDI – ASSOMED SIVEMP – SBV.