Sono passati 29 anni da quel 22 giugno allo Stadio Azteca. Erano i mondiali di calcio del 1986 in Messico. La partita da disputare era quella dei Quarti di Finale tra Inghilterra e Argentina. Una gara che, per vicende che definire extra calcistiche è usare un eufemismo, valeva molto di più dell’approdo alla semifinale. In campo c’erano, da una parte, i leoni d’oltremanica, favoriti, e dall’altra Diego Armando Maradona e l’Argentina.
Il resto è storia. Anzi, è la Storia. La Storia di questo sport. I 90 minuti in cui il Dio Pallone si rivelò al mondo. E lo fece nell’unico modo possibile. Con un colpo sporco di fango, dato con quella mano a quel pallone, riversatosi in quell’esultanza urlata in faccia a tutta l’Inghilterra. La ‘Mano de Dios’. Ma anche con un colpo di genio assoluto. Di magia pura. Di qualcosa di inspiegabile e irripetibile per i comuni mortali. Il gol del Secolo. Gli undici tocchi con cui Maradona arrivò da una parte all’altra del campo. Da una parte all’altra dell’Inghilterra. Da una parte all’altra dell’umana comprensione e delle leggi del calcio, che, da quel momento, non sono state più le stesse.
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