Sono passati 18 anni da quei tragici eventi della sera del 27 marzo 2004, in cui è morta Annalisa Durante, vittima innocente della camorra.
Il 27 marzo 2004, nel quartiere Forcella, sembra una serata come le altre. Ma così non è. Annalisa Durante si trova, con un’amica e una cugina sotto il portone di casa a chiacchierare. Di sogni, presente, futuro.
Ma, all’improvviso, spuntano i killer del clan Mazzarella, che hanno l’obiettivo di eliminare Salvatore Giuliano, detto ‘o russo, all’epoca del fatto diciannovenne, nipote dei fratelli Giuliano considerato vicino al boss Ciro Giuliano ‘o barone, cugino dei fratelli Giuliano, ucciso poi in un agguato nel 2007. Tutto accade in pochi attimi. Quelli che ci sono tra la vita e la morte di una vittima innocente di quella montagna di merda chiamata camorra. Salvatore Giuliano reagisce agli spari dei sicari del clan rivale e uno dei proiettili esplosi dalla sua pistola colpisce Annalisa. Che cade al suolo.
Inutile la corsa in ospedale. Prima all’Ascalesi e poi al Loreto Mare, dove i medici non possono fare altro che accertare il decesso di una ragazzina di 14 anni. Piena di sogni, speranze e progetti. Quelli portati avanti oggi, a 18 anni di distanza, dalla Associazione Annalisa Durante e da tutte le persone, a cominciare dai suoi genitori, che amavano quegli occhi e quel sorriso.
Il 31 marzo 2006 il ventunenne Salvatore Giuliano viene condannato dalla quarta sezione della Corte d’assise del tribunale di Napoli a 24 anni di reclusione per l’omicidio di Annalisa. Nonostante la pena sia stata ridotta in appello a 18 anni, con la sentenza del 16 aprile 2008 la Cassazione ha definitivamente condannato Salvatore Giuliano a 20 anni di reclusione.