Giornata commemorativa per Francesco Rosi
Il 3 marzo al Maschio Angioino di Napoli verrà commemorata la figura e l’arte del grande regista napoletano Francesco Rosi, scomparso lo scorso 10 gennaio. Il Comune, nella persona del sindaco Luigi De Magistris e dell’assessore alla cultura Nino Daniele, ha organizzato in suo onore una serie di iniziative lunghe tutta la giornata che si dispiegheranno principalmente in 3 grandi eventi: alle 11 e 30 nella Sala dei Borboni ci sarà al cerimonia alla quale parteciperanno il sindaco Luigi de Magistris, la figlia Carolina con il suo compagno Luca De Filippo, il fratello di Francesco, Massimo Rosi; alle 16 presso l’Aula Magna dell’Università Federico II si terrà un convegno dal titolo “Da Le Mani sulla città alla Napoli contemporanea”, moderato da Alessandro Castagnaro e seguito dalle testimonianze di Massimo Rosi e Raffaele La Capria. ; alle 19 al cinema d’essai Astra di Via Mezzocannone, nel centro storico di Napoli, verrà infine proiettato il film simbolo del cinema di Rosi, “Le mani sulla città”, con successivo dibattito moderato da Corrado Calenda con la presenza di Carolina Rosi e della famiglia tutta.
Francesco Rosi: il valore storico dell’artista
Dopo la cerimonia di apertura e l’introduzione dell’Assessore alla cultura Nino Daniele sono previsti gli interventi di Roberto Andò, Raffaele La Capria,Mario Martone e di Giuseppe Tornatore e la proiezione del film documentario “Citizen Rosi omaggio ad un grande maestro di cinema” a cura di Arci Movie, col montaggio di Giovanni Bellotti e l’introduzione al video del presidente dell’Arci Movie Roberto D’Avascio. Nell’affrontare l’argomento del valore storico oltre che culturale del cinema di Rosi, in quanto elaboratore di profonde analisi sul cambiamento del tessuto urbano della città di Napoli avvenuto nel corso degli anni ’60, decennio nel quale il regista è stato maggiormente attivo, interverranno moderati da Alessandro Barbano, personalità di rilievo come Pasquale Belfiore, Alessandro Dal Piaz, Luigi Musella,Valerio Caprara con le conclusioni di Arturo De Vivo.