“Il boss delle cerimonie” e lo sdegno degli spettatori napoletani

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boss delle cerimonie

di Sonia Mazzella

Ieri sera, su Realtime, è stata trasmessa la prima puntata della nuova serie “Il boss delle cerimonie”: e sui social network è subito bufera. La rete interamente dedicata all’intrattenimento ha pensato bene di lanciare una nuova trasmissione che rappresenti Napoli in una delle sue tradizioni più folcloristiche: i matrimoni kitsch. Ebbene sì, sembra che i cittadini napoletani amino festeggiare la ricorrenza nuziale con sfarzo, ostentazione e opulenza, nonché cantanti neomelodici, mises improbabili a macchia di leopardo e tanto tanto casino. Se ciò non vi risulta, significa che siete l’eccezione: voi che vivete Napoli siete a contatto con la gente di Napoli giorno dopo giorno, vorreste saperne più di quei simpaticoni degli autori di Realtime?

La rete non è di certo una “novellina” in quanto a trasmissioni considerate trash, ma stavolta lo sdegno dei suoi spettatori arriva da più punti di vista: chi chiede la chiusura del programma si sente ridicolizzato da un quadro che rappresenta i napoletani come persone ignoranti e dedite a tradizioni pacchiane, degne del più rozzo e discutibile immaginario del “fascino malavitoso”.

I motivi di avvilimento non sono, però, soltanto questi. Il luogo scelto per le riprese della serie è il Grand Hotel Ristorante “La Sonrisa”, anche conosciuto come “Il Castello”, situato a Sant’Antonio Abate. Il maestoso complesso turistico diretto da don Antonio Polese ed i suoi familiari -con sale per ricevimenti e per congressi, piscina, cucine, depositi, fontane e addirittura un eliporto- in passato è stato al centro di un sequestro giudiziario per lottizzazione edilizia. Dichiarava, ormai due anni fa, il Gip di Torre Annunziata: “Gli enormi abusi erano ormai diventati un vanto da esibire anche in televisione”. Qui il riferimento era alla kermesse canora napoletana trasmessa da Rai1, alla quale hanno partecipato artisti come Gigi D’Alessio e Albano, e presentato da Caterina Balivo. Nonostante le polemiche, la struttura sembra essere la location perfetta per girare molte trasmissioni televisive.

Ovviamente il programma non si propone di dare un’immagine totalitaria di Napoli e dei suoi abitanti. Insomma, non siamo tutti così. Ma si sa, ciò che “passano alla Tv” sembra sempre rispecchiare la maggioranza, anche se non è vero.

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11 Gennaio 2014