Il dramma di Massimo Gramellini, da maestrino della prima serata Tv a somaro dei social network

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Il dramma di Massimo Gramellini

Osannato dalla Tv e giornali, bocciato dalla rete

L’orgoglio e la professionalità di Massimo Gramellini ha vacillato e poi miseramente franato nell’arco di poche ore. Il giornalista si è imbattuto in una serie di strafalcioni storici e nel vano tentativo di difendersi è riuscito a fare solo peggio. Proprio come uno studente palesemente impreparato che prova a tenere comunque la scena durante un’interrogazione e proprio come quello studente Gramellini è semplicemente da bocciare in Storia.

Tutto è iniziato dall’intervento del giornalista, nello spazio a lui dedicato, nella trasmissione “Che tempo che fa”. Gramellini legge la sua lettera e denuncia quello che in rete era stato ampiamente diffuso e condannato già, l’oltraggioso comportamento del prefetto De Martino contro Maurizio Patriciello, il prete anti-camorra di Caivano (Napoli) che da mesi anima una battaglia contro i roghi tossici nell’hinterland napoletano e casertano.

Il prete nel denunciare l’assenza di interventi dello stato per arginare i roghi tossici si era rivolto al prefetto di Caserta, Carmela Pagano, chiamandola “signora” e non “signor prefetto”, e questo basta per scatenare le ire del prefetto di Napoli Andrea De Martino che redarguisce con toni molto forti il parroco.

Gramellini nello stigmatizzare il comportamento del prefetto gli da del “borbonico prefetto”, conclude, poi, il suo intervento invitando a leggere la sua risposta a Saviano l’indomani sulle pagine del Tempo, giornale di cui Gramellini è vicedirettore.

Saviano che in risposta all’inaccettabile servizio del Tgr Piemonte, in cui il giornalista della Rai Amandola suggerisce a un gruppetto di “tifosi” della Juventus di distinguere i cinesi dai napoletani dalla puzza, aveva preferito ricordare che i soldati dell’esercito piemontese, una volta “conquistata” la reggia di Caserta, fecero un lungo elenco di quanto avessero trovato e nel descrivere un bidet scrissero: “strano oggetto a forma di chitarra”.

Ed eccola la risposta di Gramellini il giorno dopo, il 23 ottobre, pubblicata sul suo giornale l’editoriale: “Fogne e bidet
Gramellini in poche righe riesce ad infilare una serie di imbarazzanti e grossolani errori storici come l’assenza delle fogne a Napoli e l’affermare che “i rimpianti Borbone, per potersi pulire le loro terga nel bidet, tenevano la gran parte della popolazione nella melma

Alla pubblicazione di queste e altre parole il popolo della rete inonda letteralmente la pagina di facebook del giornalista invitandolo a rettificare le informazioni false. Gli utenti della rete pubblicano testi e fonti che dimostrano il contrario, quasi assenti gli insulti, molta invece l’incredulità dei tantissimi fan e sostenitori di Gramellini a cui è riconosciuta preparazione e voglia di Verità e schiettezza.

Gramellini, forse stordito dalla reazione rabbiosa, ma educata, della rete non fa un passo in dietro, ma ben due avanti. Pubblica altri due post sulla sua pagina di facebook: “Borbonici e Savoiardi” e “Ultima replica, lo giuro

Il giornalista colleziona altri errori gravi, palesando la sua completa ignoranza degli accadimenti storici della nostra Penisola. La rete è in rivolta, Gramellini riesce a fare confusione addirittura sulla datazione del Colera al Sud. I suoi tentativi di difesa sono imbarazzanti e solo in tarda serata pubblica le scuse e promette di aprire qualche libro di storia e documentarsi.

La prima regola di qualsiasi giornalista prima di dare sfogo alla penna è quella di documentarsi.

Gramellini da maestrino della prima serata tv a somaro dei social network.

FAS