In data 28 marzo u.s. si è tenuto presso il Liceo Elsa Morante di Scampia, viale della Repubblica, il convegno “iL Legale: esperienze a confronto” cui hanno partecipato anche gli studenti del Liceo Vittorio Veneto e un gruppo di ragazzi del Liceo Fabio Filzi di Rovereto.
Gli studenti delle diverse scuole hanno dato vita a un comune progetto di alternanza scuola/lavoro volto alla reciproca conoscenza e condivisione delle differenti realtà sociali allo scopo di superare gli stereotipi e i luoghi comuni guidati dal desiderio di essere e costruire realtà umane e sociali sane.
Molte e differenziate le presenze dei relatori.
Figure istituzionali come Alessandra Clemente, Ass. ai Giovani, Apostolos Paipais, Pres. Municipalità VIII, Angela Procaccini e Riccardo Gull, Dir. Scolastici, Marco Rossi Doria, insegnante e politico, insieme a relatori impegnati direttamente sul campo nel lavoro di educazione e formazione dei giovani come P. Alex Zanotelli, missionario Comboniano, Enrico Muller, fratello Lasalliano, Fabrizio sj Valletti, gesuita, Michele Mosca, docente di Economia Politica Federico II. Ha moderato l’incontro Anna Copertino, giornalista.
Tra il pubblico, oltre gli studenti e i loro docenti, la presenza di Carlo Morelli, direttore del coro giovanile del San Carlo, Patrizia Palumbo, presidente Associazione Dream Team Scampia, Loredana De Vita, scrittrice.
Tutti i relatori, alternando i loro interventi a canti e video preparati dagli studenti dei diversi licei, hanno animato una mattina intensa di spunti di riflessione che certamente ha lasciato in ciascuno dei presenti un segno e un percorso da non abbandonare.
Il motivo guida degli interventi è stato il logo scelto come titolo del convegno stesso “iL Legale” che, giocando con le parole sembra segnare un confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Nelle parole di uno degli studenti, “la vera illegalità è l’ignoranza”, quasi un monito e una richiesta affinché attraverso la cultura e la formazione i giovani possano trovare il senso e la direzione alla propria vita.
La scuola, cioè, si pone anche nelle zone considerate ad alto rischio come “casa” in cui vivere e agire rispettando e tutelando i luoghi e le persone; investire nella scuola e nella cultura significa combattare l’illegalità sul campo e anche aiutare a smettere, nelle parole di A. Paipais, “di parlare solo di camorra, ma valorizzare le eccellenze”. E’ sempre A. Paipais che, raccontando l’esperienza dei suoi primi otto mesi nel ruolo di Presidente dell’VIII Municipalità, un’esperienza di vicinanza ai cittadini, afferma che “la legalità va praticata, non annunciata”. Bisogna, cioè, legare la Municipalità alle associazioni che realmente agiscono sul campo creando “protocolli di intesa per condividere strategie di contrasto alla violenza di ogni genere”. Naturalmente, aggiunge Paipais, bisogna “affrontare i problemi per risolverli e non per mostrare il colore del proprio partito”. La lotta cpntro la criminalità è quindi trasversale e supera i limiti partitici.
Anche l’Ass. Clemente si lega a questo percorso sottolineando l’importanza di considerare le persone non come oggetti, ma come “risorse” comprendendo, quindi, che il termine “legalità” sottolinea fortemente l’importanza dei “legami”.
Di grande semplicità e per questo profondamente “vissuto” l’intervento di P. Alex Zanotelli che con mitezza ma determinazione ha posto il focus sulla centralità dei giovani ricordando a tutti i presenti che “i giovani prima di essere il futuro sono il presente” ed è perché essi sappiano gestire il proprio presente che legegre, studiare, confrontarsi, conoscere, elimina la distanza tra le parole pronunciate e la vita vissuta senza maschere. P. Alex, racconta di una Napoli divisa in due: la Napoli “bene”, piegata sul suo narcisismo, e la Napoli “malamente” piegata sull’apparente impossibilità di risollevarsi. Suggerisce Anotelli che, invece, bisogna “unirsi come <<popolo in cammino>> capace di rialzare la testa”; bisogna mettere al centro i giovani e, a questo scopo, intervenire sulla scuola che davvero diventi accoglienza e “casa” per i ragazzi. Quello che bisogna costruire, ribadisce P. Alex, è “la convivialità delle differenze”.
L’intervento di Marco Rossi Doria sottolinea quanto il pensiero della legalità sia legato “al lavoro e a una vita degna” che si può attuare grazie a due punti essenziali “imparare facendo e sviluppare la curiosità del sapere”.
Ci sono, naturalmente, difficoltà da superare, ma è possibile superarle, come dice E. Muller, “dialogando con i territori”. Sulla stessa linea P. Fabrizio sj Valletti che invita a “non stare chiusi a pensare, ma camminare e incontrare”.
Interessante nella sua complessità l’intervento di M. Mosca che con forza sottollinea quanto “le mafie distruggono i luoghi dove nascono, ma anche dove sono esportate”, annientando così anche le
persone che subiscono o agiscono le mafie stesse. L’unico antidoto contro le mafie è, nelle parole del Docente, “costruire una economia sociale quale antidoto contro l’economia criminale” il che significa costruire “un’economia alternativa ai modelli capitalistici” che si fondi “sulla cooperazione sociale che ha tre soggetti principali: gli ex-detenuti, i tossico dipendenti e i disagiati”. Lavorare per superare questi “svantaggi” significa costruire un’economia legale che tenga conto delle persone e sostituisca il lavoro e la creatività al facile guadagno e alla violenza.
Se “iL Legale” è l’ignoranza, contro di essa devono essere concentrati gli sforzi di ogni persona sia nei ruoli istituzionali, ma sia come persone comuni che si dedicano alla formazione dei giovani.
di Loredana De Vita