Lunedì, 23 febbraio 2015, alle ore 10:30, tutta la città di Giuliano sarà presente al cerimoniale di affido in gestione di Villa Ammaturo, l’impianto sportivo nato grazie alla parziale trasformazione del cosiddetto Parco Rea, ampio complesso residenziale e commerciale confiscato alla camorra in Via San Francesco a Patria 32. Affidato in gestione alla società civile ASD Alba Oriens, che a sua volta si avvarrà della collaborazione di un partner associativo per curare la formazione sportiva degli utenti. Inoltre, aggregato al centro sportivo, è già stato costituito un presidio di Guardie ambientali dell’Associazione nazionale ‘‘Fare Ambiente’’, del quale è Presidente il Dott. Vincenzo Pepe.
Al cerimoniale del taglio del nastro sarà presente, insieme con i Commissari Straordinari Dott.ri Giuseppe Guetta, Fabio Giombini e Luigi Colucci, il magistrato Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, lo scorso dicembre eletto uomo dell’anno per l’Espresso poiché “Raffaele Cantone incarna la speranza di un’Italia diversa, dove la corruzione non sia più la regola ed è il magistrato che può sconfiggere le tangenti” – si leggeva sulla copertina a lui dedicata dalla nota rivista. E quindi chi altri se non lui doveva essere presente lunedì prossimo alla restituzione alla società civile di un ambito territoriale usurpato e sfregiato dalla camorra, lui che è nato a Giuliano e che da questa terra non è mai scappato, decidendo di rimanerci anche ora che deve viverci sotto scorta. Lui orgoglioso delle sue radici, ama la sua Giugliano, e da lunedì sarà un uomo, Raffaele Cantone, ancora più fiero della sua terra natia al taglio di quel nastro.
Villa Ammaturo – in memoria di Antonio Ammaturo
Quando fu scelto il nome fu fatto in memoria Antonio Ammaturo, capo della squadra mobile ucciso nel 1982 per opera delle Brigate Rosse. All’interno di quello che era Parco Rea vi era una vera è propria cittadella fortificata di oltre 30.000 mq, dove vi sorgeva la villa del boss Francesco Rea, arrestato nel 2009 dopo una lunga latitanza. Da qui il boss gestiva i suoi affari per il clan. Si tratta uno dei beni più grandi confiscati alla malavita organizzata negli ultimi anni e oggi sarà restituita definitivamente alla legalità.