“E’ Vero…?” Filo diretto con la ricerca
Rubrica settimanale di Paola Dama
La foto di Guida alla divulgazione scientifica su fb , fa riferimento ad un video di un giornalista su youtube. Questo video sta girando su facebook in modo virale urlando alla censura ed al momento si contano circa 65 mila condivisioni.
Il video di questo giornalista riporta la scoperta recente di due ricercatori italiani, dott. Mirco Fanelli di estrazione prettamente biomedica e prof. Vieri Fusi, prettamente chimica che hanno scoperto che il maltolo, molecola innocua, utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, se opportunamente modificata può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Il maltolo ha un meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, che è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali. [1]
Non ci dilungheremo su tutte le inesattezze che vengono dette nel video, piuttosto evidenziamo quelle che di conseguenza smentiscono tutte le altre. Il giornalista esordisce dicendo
“[…] Vi invito a rimandare sul web questa notizia il più che potete […]è già evidente che le multinazionali, il potere delle case farmaceutiche farà di tutto per bloccare la divulgazione della notizia, ne prova il fatto che nonostante ci sia stato un comunicato stampa nessuno ha riportato questa notizia, delle grandi testate o dei grandi giornali.”
Spieghiamo adesso il perchè quello che viene detto non è corretto.
Bisogna innanzitutto partire dalla definizione di pubblicazione scientifica, (in inglese scientific paper) . Questo tipo di pubblicazione è uno scritto redatto in modo oggettivo su un argomento scientifico e pubblicato attraverso i canali di comunicazione della comunità scientifica. [2]
Perchè questi canali?
Perchè le pubblicazioni di questi gruppi editoriali, in generale, sono regolamentate da procedure di accettazione e di valutazione dei lavori presentati; tali procedure sono mirate a stabilire quali lavori scientifici posseggano i requisiti necessari per essere pubblicati. [2]
Quindi quando questo giornalista, o presunto tale, parla di censura, a cosa si riferisce? A riviste comuni editoriali
E allora ci chiediamo: Perchè questa notizia dovrebbe essere riportata da tutti i telegiornali e giornali? La preoccupazione di un ricercatore, non è quella di confrontarsi con il grande pubblico, bensì con la comunità scientifica ed infatti il lavoro è stato accettato e pubblicato su Journal of Organic Chemistry.
E perchè mai questo giornalista aggiunge che allo stato attuale sarebbe censurata?
Il dott. Vieri Fusi, uno degli autori della ricerca, di fronte a tale disinformazione e alla falsa speranza delle persone affette da questo terribile male, sulla sua pagina facebook in un post, è stato costretto a precisare e a smorzare i toni dell’entusiasmo. Riporto il suo post: [3]
Il dott. Vieri Fusi ed io siamo in contatto ed in una sua mail mi ha scritto: ” ci sarebbe da piangere, ma noi adesso cerchiamo solo di lavorare”. Le persone disperate hanno contattato questi ricercatori nella falsa speranza di trovare un qualcosa che allo stato attuale è solo in fase di studio. Voglio credere che questo giornalista non sia troppo consapevole di quello che afferma nel video e delle conseguenze a cui si sta andando incontro, alimentando solo delle illusioni meschine. [4] Il giornalista inoltre aggiunge:
“Il MALTOLO è un prodotto naturale ,anche se poi se ne dovrà sviluppare una MEDICINA”
E allora noi ci chiediamo: e chi produrrebbe la medicina?
Se vogliamo parlare in termini economici, come si fa a credere che una casa farmaceutica non sia interessata alla “cura miracolosa” che porterebbe una tale quantità di soldi che nemmeno possiamo immaginare?
Ribadisco il mio monito di sempre.
Bisogna esimersi dal condividere notizie di cui non si ha conoscenza. Quello che ingenuamente si crede essere solo un contenuto di facebook può avere conseguenze di cui non si ha una chiara percezione.
Ancor prima di diffondere, bisogna conoscere.
Lascio in ultimo un articolo del 26 marzo 2013 titolato: «Grazie a tutti, ma non abbiamo trovato la cura contro il cancro» [5]
Di cui riporto una parte:
Mirco Fanelli, ricercatore del Centro di Biotecnologie di Fano, afferente all’Università di Urbino, ha dovuto intervenire direttamente e provare a sedare subito il dibattito scaturito dalla pubblicazione di uno studio sul Journal of Organic Chemistry. La ricerca è di quelle che rischiano di passare di bocca in bocca, di diventare depositarie di speranze eccessive e complottismi. I ricercatori dell’Università di Urbino hanno infatti scoperto che molecole derivate dal maltolo, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, ha attività antitumorale.
Scoperta che ha consentito loro di brevettare la molecola. Quanto basta per attizzare il fuoco.
Quello della speranza: «se potete vorrei saperne di più,ho mio padre con delle metastasi in vari organi e ricoverato in oncologia, se davvero c’è una cura sbrigatevi a farla funzionare. Noi popolo italiano saremo con voi,contattatemi se potete,grazie», scrive un utente sul sito dell’università urbinate.
E quello dei complotti: «Occhio, se quello che avete scoperto è vero, allora preparatevi a essere denunciati e radiati dall’ordine. La fine che hanno fatto tutti quei medici che hanno trovato una valida cura per i tumori (Simoncini, Di Bella ecc.)», aggiunge un altro.
Qual è in realtà la scoperta?
— «Il maltolo – spiega uno dei ricercatori coinvolti, Vieri Fusi del Laboratorio di Chimica Supramolecolare – per se è una molecola innocua, utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma – se opportunamente modificata – può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità di indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici. Questa classe di composti è caratterizzata da interessanti proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di raggiungere l’interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina)».
Il passo successivo, illustra Fanelli è stato monitorare su colture di cellule tumorali, se queste «fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce a un vero e proprio suicidio, chiamato morte cellulare programmata». Inoltre, aggiunge il ricercatore, «la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula».
Questa la scoperta: un composto, che seppur promettente, finora ha soltanto dimostrato di uccidere alcune cellule tumorali “coltivate” al di fuori dell’organismo. Non è il primo, né probabilmente sarà l’ultimo.
Bisognerà attendere ancora molto tempo ed esperimenti prima di sapere se potrà essere impiegato realmente nella lotta contro il cancro.
Paola Dama Ph D
Comprehensive Cancer Center OSU
Referenze
[1] http://
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Pubblicazione_scientifica
[3] https://www.facebook.com/
[4] https://www.youtube.com/
[5] http://www.healthdesk.it/
Al link di seguito i numeri precedenti della rubrica: