Il mondo dello sport piange Mennea: il ricordo di atleti, amici e autorità.

Il mondo dello sport piange Mennea: il ricordo di atleti, amici e autorità.

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Il mondo dello sport italiano, e non solo, piange Pietro Mennea, forse il più grande atleta azzurro di sempre. Le prime reazioni arrivano dalle istituzioni sportive e dal mondo dell’atletica.

Il neo-presidente del Coni Giovanni Malagò, subentrato da poco a Petrucci, ha invitato lo sport italiano a osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia da oggi e per tutto il fine settimana per ricordare Pietro Mennea, scomparso questa mattina all’età di 60 anni. Malagò, rientrato di corsa a Roma, che aveva lasciato in mattinata per impegni di lavoro, ha detto di lui: ” Con un fisico normale ha compiuto imprese sovrumane

In memoria dell’olimpionico è stata disposta infine l’esposizione della bandiera tricolore, listata a lutto, a mezz’asta e il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto pervenire al Coni un cuscino floreale tricolore per onorare la memoria del campione azzurro

Era la sua ultima sfida, era malato da giugno ma l’ha tenuto nascosto perché avrebbe voluto raccontare questa sua vittoria” ricorda Ruggiero Mennea, cugino del velocista pugliese. “Ci sentivamo diverse volte al giorno ma mi aveva tenuto nascosto tutto. Solo ieri la moglie Manuela mi ha chiamato per comunicarmi che stava male. L’ho raggiunto a Roma. Sono rimasto con lui fino a mezzanotte, poi mi ha fatto il gesto che potevo andare viaI funerali saranno celebrati sabato 23 marzo, alle 10, a Roma, nella basilica di Santa Sabina, nell’Aventino.

Il nome di Pietro Mennea continuerà a correre: le Ferrovie hanno infatti deciso di intitolargli il primo Frecciarossa 1000 che uscirà dalla fabbrica AnsaldoBreda martedì prossimo e sarà in grado di raggiungere i 400 kmh “per commemorare una freccia del Sud che ha dato lustro all’Italia“. La dedica più bella per l’asceta dello sport.

Pietro Mennea può essere considerato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano.

Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, portò il Sud dell’Italia in cima al mondo: per 17 anni è stato detentore del primato mondiale dei 200 metri, stabilito alle Universiadi di Città del Messico, nel 1979. Partecipò alla rassegna da studente in scienze politiche e polverizzò il precedente record che apparteneva a Tommie Smith e che verrà risuperato da Michael Johnson solo nel 1996. Un record che fu dunque stabilito non in una competizione di alto livello, ma Città del Messico era la condizione ideale per i record: l’area lì è più rarefatta e agevola la corsa, fattore di cui Pietro tenne conto; l’italiano quasi scompariva come fisico in mezzo agli altri corridori professionisti.
Soprannominato la ‘Freccia del sud’, ancora oggi è insuperato il suo primato europeo e italiano dei 200 metri.

Nel 1980 partecipò alle olimpiadi di Mosca, le prime col boicottaggio: mancavano dunque tutti gli atleti del blocco statunitense (siamo in piena guerra fredda) per protestare contro l’attacco della Russia all’Afghanistan, disertarono anche gli atleti militari italiani.

Con una straordinaria rimonta lì conquistò la medaglia d’oro, sempre nei 200 metri, senza gli avversari USA, ma col fregio del detentore del record del mondo (conseguito l’anno prima).

Poi quattro titoli europei, a un argento e un bronzo ai Mondiali, ma anche altri due bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov.

Mennea è stato anche straordinario staffettista e ha pure trovato fortuna nei 400 metri piani. Stamattina, però, ha perso la sua gara più importante.

Stefano Baldini, oro nella maratona ad Atene 2004 commenta: “I 200 nella leggenda dello sport“.

Josefa Idem, canoista plurimedagliata e neo-eletta al Senato col Pd: “Sgomento e profonda tristezza“.

La Fidal: “L’atletica perde uno dei suoi atleti prediletti

Lo piange anche l’amico insospettabile: Josè Mourinho. L’ex velocista incontrò il tecnico nel periodo del triplete nerazzurro, e raccontò: “Il portoghese è un uomo con il coraggio delle sue idee. Da bambino ero juventino, lui mi ha fatto diventare dell’Inter

Commenta anche la compagna di tante avventure nell’atletica, Sara Simeoni, accostata spesso a Mennea nei ricordi degli italiani che lo hanno seguito.

Se n’è andato un pezzo della mia vita“. Sara Simeoni è scossa: “È un momento di tristezza incredibile, per me che ho vissuto anni bellissimi insieme a Pietro, allenandoci fianco a fianco, sopportando gli allenamenti insieme. Ci facevamo coraggio. Erano anni in cui non avevi la possibilità di avere riferimenti o qualcuno che ti potesse dare consigli. L’atletica in quegli anni era un fai da te, ci siamo costruiti con il nostro carattere e il nostro modo di fare ed abbiamo fatto risultati importanti. Pietro è stato grandissimo. Non so che dire, potevo attendermi di tutto, ma non questa notizia“.