Le reti di Politano e Simeone consentono alla formazione di Spalletti di vincere la sfida scudetto di San Siro contro il Milan.
E’ il Napoli a vincere la sfida scudetto di San Siro contro il Milan, e la squadra di Spalletti – squalificato – più cinica e spietata, conquista la vetta della classifica in condivisione con l’Atalanta. Gol di Politano su rigore procurato da Kvaratskhelia – una spina nel fianco del Milan per tutta la partita -, poi pari di Giroud e raddoppio di Simeone che chiude la partita. Resta l’amaro del Milan che si vede spezzare la gioia in gola da due traverse.
Ai rossoneri è mancato l’estro di Leao, i suoi strappi, la sua imprevedibilità palla al piede. E’ mancato l’uomo che può, in ogni istante, ribaltare gli equilibri. Krunic, schierato sulla sinistra, non regge il confronto. Il Napoli, invece, senza Osimhen, sceglie prima Raspadori, poi Simeone e i rimpianti sono minori. Vince la squadra più concreta e con più alternative. Il Milan, che non può trovarsi in difficoltà di organico dopo appena sette partite, perde l’imbattibilità stagionale e scivola al quinto posto dietro a Napoli, Atalanta, Udinese e Lazio. Milan-Napoli – sporcata dai cori irriguardosi delle due curve durante il minuto di silenzio – è una sfida equilibrata tra due delle favorite al titolo.
Il primo tempo si chiude a reti inviolate ma è il Milan ad avere maggiori rimpianti perché per gioco e occasioni create meriterebbe probabilmente il vantaggio. Al 12′ dopo un’azione veloce dei rossoneri che coinvolge cinque giocatori, Saelemaekers serve l’attaccante francese ma la provvidenziale mano di uno strepitoso Meret e poi la traversa gli negano la gioia del gol. Il Milan tiene palla, l’unico giocatore che davvero impensierisce i padroni di casa è Kvaratskhelia che grazie alla sua rapidità costringe al fallo di ammonizione sia Kjaer che Calabria. Ma grandi pericoli per Maignan non se ne contano. Più di uno spavento, invece, per Meret. Il portiere del Napoli si oppone poi anche su una conclusione ravvicinata di testa di Krunic. Altra respinta provvidenziale che mantiene il risultato in parità.