di Diego Scarpitti
Il Napoli non va oltre il pari nel monday night. Nell’insolito posticipo del lunedì sera, che chiude la 25a giornata di serie A, i non più azzurri ma Yellow Stars riportano uno striminzito pareggio. Senza muovere la classifica. La rincorsa per agganciare la Roma al secondo posto subisce una frenata. Non basta la perla di Higuain al 18′. Perché a sei minuti dal termine l’ex di turno Calaiò trafigge Reina. L’urlo di gioia viene strozzato, trasformandosi in un fastidioso singhiozzo.
“Mentalità giusta e continuità di gioco” la strada tracciata da Benitez alla vigilia. Le indicazioni del tecnico spagnolo, che aveva abolito per la prima volta la conferenza stampa pre-gara, vengono ampiamente disattese. Testa, gambe e cuore mancano completamente. Salta l’equilibrio, chiave della felicità.
Tutto alla perfezione. Secondo copione. Grinta, intensità, giro palla. I padroni di casa sfornano palle gol in quantità industriale. Mertens impensierisce Perin, in versione Ed Warner, in almeno quattro circostanze. Con due tiri (in fotocopia) a giro, uno dalla distanza e l’altro da posizione ravvicinata. Callejon ed Hamsik incontenibili. Pipita accarezza dolcente il pallone e lo manda in rete. Un tocco morbido dell’argentino, su assist del capitano, fa deflagrare l’impianto di Fuorigrotta. Si attende solamente il raddoppio. Che non arriverà mai.
Minimo sindacale per il team di De Laurentiis, che controlla e si limita ad osservare gli ospiti. La sufficienza si riduce in eccesso di sicurezza. E così su punizione l’Arciere, non un Robin Hood qualsiasi, va a bersaglio. Non esulta, per rispetto, quello che fu l’ Emanuele partenopeo nel suo stadio prediletto, davanti i suoi mai dimenticati tifosi. Al vento, o se preferite alle ortiche, un’occasione per accorciare sui capitolini e distanziare i viola. Napoli nel guado più che nella Terra di mezzo: lontani sei punti dai giallorossi e con i gigliati alle spalle con un margine che poteva essere certamente superiore.
La città che ha dato i natali a Cristoforo Colombo, Giuseppe Mazzini, Goffredo Mameli, già Repubblica marinara, gemellata nel tifo dal 1982, sgambetta un Napoli con la testa all’Europa League.
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