C’è un confine molto sottile evidentemente per quanto riguarda la morale e il moralismo di Roberto Mancini. L’attuale tecnico nerazzurro che ieri, offeso, nessuno lo nega, neanche lo stesso altro protagonista della vicenda, da Maurizio Sarri, con i termini “Frocio… finocchio”, ha rifiutato le scuse dell’allenatore del Napoli, apostrofandolo come un razzista. Ecco, anche qui, il termine razzismo deve variare molto per Mancini. Si perché va ricordato come, in passato, nel 2000, dopo un confronto “molto acceso”, per usare un eufemismo, tra Sinisa Mihajlovic, grande amico del “Mancio” e Patrick Vieira, il serbo apostrofò l’ex calciatore di origini francesi come “nero di me…”. Non pentendosi minimamente nei giorni successivi. E forse neanche oggi. Ecco, va ricordato come le parole di Roberto Mancini andarono in una direzione abbastanza diversa rispetto a quella presa ieri sera. “Sinisa e Vieira sono due ragazzi intelligenti. Credo che possano superare le tensioni e finirla. Nel corso di una partita l’agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L’importante è che tutto finisca lì”. Ci piacerebbe che ci spiegasse quale può essere la differenza tra i due insulti. Evidentemente per lui c’è. Visto che uno, Mihajlovic, è uno dei suoi più cari amici, e l’altro, Sarri, a suo dire, “una persona che dovrebbe uscire dal mondo del calcio”.
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