Il Rito di Ingmar Bergman diventa teatro al San Ferdinando

0
148
Il Rito di Ingmar Bergman diventa teatro al San Ferdinando
“IL RITO” di Ingmar Bergman; adattamento e regia di Alfonso Postiglione Nella foto (da sx) Giampiero Judica (Sebastian Fischer), Alice Arcuri (Thea Winkelmann), Antonio Zavatteri (Hans Winkelmann), Elia Schilton (Giudice Ernst Abrahmsson). Foto di Anna Abet

Va in scena a Napoli Il Rito di Ingmar Bergman nella versione per il teatro che il regista Alfonso Postiglione, autore anche dell’adattamento del testo tradotto da Gianluca lumiento, realizza dall’omonimo film (Riten) del grande cineasta svedese.

Interpretato da Elia Schilton nel ruolo del giudice Ernst Abrahmsson, Alice Arcuri (in quello di Thea Winkelmann), Giampiero Judica (nei panni di Sebastian Fischer) e Antonio Zavatteri (in quelli di Hans Winkelmann), dopo la prima al Campania Teatro Festival 2023, lo spettacolo debutta martedì 27 febbraio al Teatro San Ferdinando, con repliche fino a domenica 3 marzo.

La sceneggiatura di Bergman realizza, in nove quadri, la descrizione dell’ossessivo accanimento di un giudice contro tre attori di teatro che vengono denunciati e sottoposti al suo giudizio per rispondere delle accuse di oscenità rivolte al loro ultimo spettacolo.

“La performance dei tre – sottolinea il regista Alfonso Postiglione – si rivela una sorta di rito dionisiaco dalle chiare valenze simboliche in cui la forza della creazione artistica vince sui tentativi di censura e normalizzazione di una qualsivoglia autorità, politica o sociale”.

Incentrata sul rapporto, spesso conflittuale, tra autorità costituita e azione artistica, questa vicenda “sembra parlarci del nostro presente nonostante il testo, tratto dalla sceneggiatura originale, che inizialmente Bergman scrive proprio per il teatro, sia fedele al film diretto per la televisione svedese nel 1969.

Oltre al tema della censura – conclude il regista – subìta spesso da Bergman ai suoi tempi, nel testo è forse ancora più centrale l’affermazione delle potenziali possibilità destabilizzanti che possono scaturire da un atto artistico”.

La produzione è del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Ente Teatro Cronaca, Fondazione Campania dei Festival.