I gioielli forse più famosi della Campania, quelli del Tesoro di San Gennaro, saranno esposti al Tarì per celebrare i primi vent’anni di attività del centro organo di Marcianise. Dal 7 al 10 ottobre si potranno ammirare, tra gli altri, il collare e la mitra che, con le sue 3.700 pietre preziose, racconta una storia di artigianalità e devozione unica al mondo.
L’8 ottobre il convegno inaugurale al Tarì: Il Tesoro di San Gennaro; Le gemme e la storia”
Sabato, 8 ottobre alle 12, il convegno inaugurale, dal titolo “Il Tesoro di San Gennaro: Le gemme e la storia“: parteciperanno Riccardo Imperiali di Francavilla, membro della deputazione della Cappella del Tesoro, Ciro Paolillo, docente di gemmologia investigativa all’Università la Sapienza di Roma, e Paolo Jorio, direttore del Museo. Verranno esposti al Tarì anche una decina di capolavori che fanno la storia dell’argenteria napoletana. San Raffaele di Giuseppe Sammartino, lo stesso artista che ha realizzato il Cristo velato della cappella Sansevero; Santa Irene, che la tradizione vuole sia la protettrice della città di Napoli dai fulmini e che indica con la mano il primo plastico della città, in cui sono riconoscibili Castelnuovo, il Carmine e la collina di San Martino. Ancora, il calice in oro zecchino offerto da papa Pio IX nel 1849 per ringraziare i napoletani dopo essere stato ospitato in esilio a causa dei moti mazziniani di Roma.
I 20 anni del Tarì: la parola al presidente Vincenzo Giannotti
Vincenzo Giannotti è presidente del Tarì da luglio 2015. Per molti anni vicepresidente, ha fatto parte della compagine che ne ideo e progettò la realizzazione. Come è cambiato il Tarì in 20 anni? “Innanzitutto, è cambiato il settore, cambiamento che ha condizionato le aziende e le ha spinte a proporsi con altre vesti. Il Tarì, in sé, è cambiato crescendo. Dai circa 190 soci iniziali, oggi ne contiamo oltre 250 per quasi 400 aziende. Il punto di vista del Tarì resterà quello del mondo orafo, nel quale continueremo a specializzarci, ma si aprirà a nuovi scambi, contaminazioni, idee“. Obiettivo: “Diventare centro di accoglienza della produzione nazionale; quella di essere un centro organizzato per diventare punto di partenza verso un dialogo internazionale con paesi limitrofi“.
“Se il mercato gira, il Tarì sarà in grado di dare una grossa mano al settore. Penso all’accordo stipulato con Fiera di Vicenza, alla straordinaria esperienza del Tarì Design School con allievi provenienti dal Sudafrica, giovani selezionati a seguito di un’attività di scouting nelle principali Jewellery Schools ed Engineering University del paese africano. Abbiamo aperto un dialogo con la Cina, che ha chiesto la nostra consulenza per un centro orafo locale da fondare tramite l’esperienza italiana in una free zone. Raccoglieremo grandi cose, se l’economia mondiale farà la sua parte. E noi siamo ottimisti oggi come lo eravamo 20 anni fa“, conclude Giannotti.