Il Tribunale archivia la querela presenta da Luigi de Magistris contro il settimanale L’Espresso, ma qualcosa non torna!

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“Nessuna ‘modalità tendenziosa e allarmistica, per quanto concerne il principio di verità, deve osservarsi che il nucleo essenziale dei fatti narrati corrisponde al vero’”, questa è la nota con cui lo stesso settimanale, L’Espresso, rende nota la notizia che il gip del Tribunale di Velletri ha archiviato la querela presentata da Luigi de Magistris, in prima persona e come sindaco di Napoli, dopo un articolo inchiesta sull’acqua di Napoli pubblicato dal settimanale.

Secondo il magistrato Zsuzsa Mendolasono stati rispettati i limiti del diritto di cronaca. Luigi de Magistris però, che aveva chiesto al settimanale L’Espresso un miliardo di euro, annuncia il ricorso in Cassazione per un errore del gip che scambia acqua con prosciutti. Il sindaco di Napoli in una nota scritta aggiunge una parte stralcio del provvedimento del giudice di Velletri, che scrive: “l’opponente non disconosce comunque l’esistenza dei procedimenti penali cui si fa riferimento nel libro; (…) del pari, pur senza indicazione della data di emissione, comunque il libro in esame con particolare riferimento al procedimento penale per la falsificazione dei prosciutti a Modena a carico dei titolari della Suincom spa, contiene il riferimento alla mancata definizione con sentenza di condanna a causa dei ritardi e delle prescrizioni, circostanza, anche quest’ultima corrispondente al vero. La richiesta di archiviazione del pubblico ministero emessa nell’ambito del presente procedimento inspiegabilmente rimasto a carico di ignoti deve essere, pertanto, accolta”. Qualcosa che non va c’è, come si suol dire si sono presi fischi per fiaschi.

L’Espresso querelato perché…

L’articolo incriminato fu pubblicato il 21 novembre 2013. All’interno venivano riportati i risultati di una ricerca condotta dall’Us Navy sui pericoli per le persone legati all’inquinamento nella provincia di Caserta e di Napoli. Due anni di ricerca costati 30 milioni di dollari al comando statunitense, dove hanno analizzato aria, acqua, terreno di 543 case e dieci basi statunitensi alla ricerca di 214 sostanze nocive in un’area di mille chilometri quadrati.

Nell’articolo si leggeva che per gli esperti americani questi luoghi erano esposti a “rischi inaccettabili per la salute”. Si consigliava poi ai cittadini di usare l’acqua minerale per bere, cucinare, fare il ghiaccio e addirittura per lavarsi i denti. Inoltre, i ricercatori avevano scoperto che il 57 per cento dei rubinetti esaminati nel centro di Napoli e nel 16 per cento a Bagnoli contenevano “acqua pericolosa”. Tutto ciò nonostante i test sulle 14 sorgenti che alimentano le città ne avessero certificato la qualità.