Un nuovo studio sul vulcano dei Campi Flegrei rivela che siamo sempre più vicini a un punto critico.
Tra gli autori dello studio, pubblicato martedì scorso sulla rivista scientifica “Nature Communication”, c’è Giovanni Chiodini, ricercatore presso l’Istituto Nazionale d’Italia di Geofisica e Vulcanologia di Bologna.
La necessità di monitorare i Campi Flegrei
Le indagini del vulcanologo, effettuate insieme ad alcuni colleghi francesi e italiani, hanno per la prima volta identificato una soglia oltre la quale l’aumento di magma sotto la superficie terrestre dei Campi Flegrei potrebbe innescare il rilascio di fluidi e gas.
Le affermazioni di Giovanni Chiodini non lasciano dubbi: “I Campi Flegrei si stanno risvegliando, e potremmo essere vicini ad un momento critico nell’attività del vulcano”.
È dal 2005 che nei Campi Flegrei si assiste al fenomeno del “sollevamento”, fenomeno che ha spinto, già un paio di anni fa, le autorità a innalzare il livello di allerta, dal verde al giallo. Serve un monitoraggio continuo, come dimostra l’aumento del ritmo del deformarsi dei suoli e di un’attività sismica di basso livello.
Chiodini sottolinea anche che non è possibile dire quando, o se, il vulcano potrebbe eruttare. Certo è che sarebbe molto pericoloso, data la presenza di circa 500mila persone che vivono all’interno e nei pressi della caldera.
Proprio la vastità della popolazione coinvolta, secondo il vulcanologo, rende urgente una migliore comprensione del comportamento di questo particolare vulcano.