Polemiche tra avvocati e questura sulla questione immigrati e permessi di soggiorno: ” le questure non ci fanno entrare “.
In questi giorni sta andando in scena una vera polemica che coinvolge avvocati ed immigrati a dir poco incresciosa.
Molte questure, senza una norma nello specifico e in via del tutto discrezionale, stanno vietando l ‘ ingresso agli avvocati diretti all’ufficio immigrazione . In particolare, qualora un cittadino straniero debba rinnovare il permesso di soggiorno, dovrà esser bravo a vedersela da sé. Ed invero, nessun professionista potrà assistere tutte quelle persone che hanno difficoltà linguistiche o difficoltà a comprendere i vari iter burocratici da svolgere.
Fino ad oggi un immigrato per simili vicende aveva il diritto, costituzionalmente garantito, di potersi avvalere di un avvocato per farsi assistere davanti allo sportello immigrazione per ogni pratica che andava dalla richiesta del permesso di soggiorno al nulla osta fino al ricongiungimento familiare. Ora, discrezionalmente, alcune questure starebbero ostacolando l’accesso dei legali.
In virtù di siffatta decisione, è stata durissima la presa di posizione da parte del neo presidente del Consiglio dell’ ordine degli avvocati di Napoli avv. Antonio Tafuri che ha inoltrato una nota al questore di Napoli De Iesu per chiedere chiarimenti in merito. Il presidente Coa Napoli, sulla vicenda, ha dichiarato: “I funzionari e il personale addetto all’Ufficio immigrazione è solito negare l’ingresso agli avvocati che intendono assistere gli immigrati nel disbrigo delle relative pratiche. Tale prassi ,che non ci risulta sia fondata su disposizioni normative, pone gli immigrati in posizione di inferiorità e di difficoltà sia per la frequente scarsa conoscenza della normativa, sia per le comprensibili deficienze linguistiche e di espressione del pensiero e della volontà. Tali condotte risultano irrispettose verso la categoria forense e contrarie alla inviolabile e costituzionale funzione dell’avvocato di difendere e assistere anche tecnicamente la persona che reclama i propri diritti“.
Continua Tafuri: “Finora gli avvocati facevano da tramite per i migranti in questura mentre ora accade che non gli venga più consentito l’ingresso, senza che ci risulti un espresso divieto. Insomma adesso è a discrezione dei funzionari, invece ci vuole una regola e per noi la regola è che si deve continuare a poter assistere i clienti all’ufficio immigrazione“.