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Inaugurata a Napoli la mostra sui d’Avalos, famiglia nel segno del potere

La mostra sulla famiglia dei d’Avalos è stata inaugurata nella Soprintendenza archivistica e bibliografica, a Palazzo Carafa, nel Salone delle Feste restaurato e rimarrà aperta fino al 29 settembre.

Furono fra le famiglie aristocratiche più insigni, e non solo nel Regno di Napoli, in particolare a cavallo fra il XV e il XX secolo: parliamo dei d’Avalos, condottieri, feudatari, uomini e donne di cultura e d’azione. Questo lungo arco di storia si trova racchiuso nel grande archivio di famiglia, salvaguardato a fine 2019 da una azione di recupero ad opera della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, diretta da Gabriele Capone, col sostegno del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli.

Varie vicissitudini sono state superate con una custodia del Fondo, detenuto dall’ultimo erede, il principe Andrea d’Avalos, nell’Archivio di Stato. Si tratta di oltre 150 casse, il cui inventario analitico occupa circa 500 pagine e ha impegnato un pool di 15 giovani archivisti e paleografi, procedendo anche a una parziale digitalizzazione dei documenti. Ciò al fine di evitare dispersioni e deterioramento dell’archivio. Grazie alla Rassegna “Carte in Arte. Storie e vicende tratte dagli Archivi napoletani”, finanziata dalla Regione nell’ambito del

“Piano strategico per la Cultura e i Beni Culturali 2022-Sistema Mostre”, è stata allestita una mostra documentaria – inaugurata con l’intervento del governatore Vincenzo De Luca e tratta dal corpus dell’archivio gentilizio familiare, mai esposto al pubblico – intitolata “i d’Avalos. Nel segno del potere”, curata da Gabriele Capone e Paola Vona, dove viene presentata una selezione degli esemplari più significativi di pergamene anche miniate, lettere persino cifrate, piantine di possedimenti, cabrei acquerellati, rescritti e donazioni reali, documenti contabili riguardanti gli immensi feudi familiari. Una esposizione che offre la conferma della posizione di supremazia di questa famiglia, gradita e re e a imperatori, che ne accrebbero continuamente l’influenza.

La mostra, insieme con la presentazione dell’inventario dell’archivio, è stata inaugurata nella Soprintendenza archivistica e bibliografica, a Palazzo Carafa, nel Salone delle Feste restaurato e rimarrà aperta fino al 29 settembre.

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Redazione Desk

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