Incel, chi è costui? Società e bassa autostima a confronto

0
438
Incel, chi è costui? Società e bassa autostima a confronto

Odio: una parola che fa male, trafigge l’uomo più di una lama affilata. Inutile negarlo: viviamo un momento storico dove l’odio fa da padrone, e  in vari contesti della nostra vita. Pochi giorni fa ero al bar con degli amici, al tavolino a fianco c’erano dei ragazzi che, goliardicamente, discutevano circa i gusti in tema donne: uno di loro, però, mostrava un carattere ostile, di guerra quasi, nei confronti di qualsiasi donna, dichiarando spesso parole offensive, di rifiuto, intolleranza direi. Un suo amico lo ferma dicendogli “Gianni, ma la vuoi smettere? Sembra quasi che sei un Incel!”.Incel? E ora chi è un incel?”, pensavo tra me e me. Un tarlo si faceva sempre più spazio nella mia mente, dovevo capire, dovevo indagare. Ho scoperto allora che questa parola viene usata per identificare uomini eterosessuali che, nonostante desiderino ardentemente una partner, non riescono ad avere alcun tipo di relazione. A questo punto mi pongo una domanda: “Perché queste persone non riescono a trovare un partner nonostante lo desiderino?”  Ecco, loro individuano nella società la causa dei loro mali, ma allo stesso tempo vorrebbero disperatamente farne parte. L’odio non è diretto verso una donna in particolare, ma verso la società nel complesso che consente una sorta di  “oppressione sessuale”, invidiano chi è felice, le coppie felici. Alcuni sostengono che gli Incel siano dei misogini estremisti, io la vedrei da un punto di vista un po’ più complesso, il problema è il potere che ognuno di tutti noi ha di poter scegliere il partner sessuale che più ci aggrada, non accettano il rifiuto, hanno una forte disistima nei confronti di se stessi. Ma come combattono questo loro male interiore? Non curando il loro aspetto psicologico, ma attraverso l’odio, è più facile odiare piuttosto che capire! E c’è da dire che la nostra società, quella del perbenismo assoluto ma falso, spesso alimenta l’odio. Perchè? Semplice! Quante volte ad esempio l’opinione pubblica ( ma pure di chi sentenzia in tribunale ) continua ad essere convinta che le donne siano responsabili dei propri stupri, se al momento erano ubriache o se magari indossavano una gonna troppo corta o una camicetta leggermente scollata? Pensiamoci bene.

Odio: una parola che fa male, trafigge l’uomo più di una lama affilata. Inutile negarlo: viviamo un momento storico dove l’odio fa da padrone, e  in vari contesti della nostra vita. Pochi giorni fa ero al bar con degli amici, al tavolino a fianco c’erano dei ragazzi che, goliardicamente, discutevano circa i gusti in tema donne: uno di loro, però, mostrava un carattere ostile, di guerra quasi, nei confronti di qualsiasi donna, dichiarando spesso parole offensive, di rifiuto, intolleranza direi. Un suo amico lo ferma dicendogli “Gianni, ma la vuoi smettere? Sembra quasi che sei un Incel!”. “Incel? E ora chi è un incel?”, pensavo tra me e me. Un tarlo si faceva sempre più spazio nella mia mente, dovevo capire, dovevo indagare. Ho scoperto allora che questa parola viene usata per identificare uomini eterosessuali che, nonostante desiderino ardentemente una partner, non riescono ad avere alcun tipo di relazione. A questo punto mi pongo una domanda: “Perché queste persone non riescono a trovare un partner nonostante lo desiderino?”  Ecco, loro individuano nella società la causa dei loro mali, ma allo stesso tempo vorrebbero disperatamente farne parte. L’odio non è diretto verso una donna in particolare, ma verso la società nel complesso che consente una sorta di  “oppressione sessuale”, invidiano chi è felice, le coppie felici. Alcuni sostengono che gli Incel siano dei misogini estremisti, io la vedrei da un punto di vista un po’ più complesso, il problema è il potere che ognuno di tutti noi ha di poter scegliere il partner sessuale che più ci aggrada, non accettano il rifiuto, hanno una forte disistima nei confronti di se stessi. Ma come combattono questo loro male interiore? Non curando il loro aspetto psicologico, ma attraverso l’odio, è più facile odiare piuttosto che capire! E c’è da dire che la nostra società, quella del perbenismo assoluto ma falso, spesso alimenta l’odio. Perchè? Semplice! Quante volte ad esempio l'opinione pubblica ( ma pure di chi sentenzia in tribunale ) continua ad essere convinta che le donne siano responsabili dei propri stupri, se al momento erano ubriache o se magari indossavano una gonna troppo corta o una camicetta leggermente scollata? Pensiamoci bene.
Ho avuto modo di parlare telefonicamente di questo fenomeno con una nota psicologa di Napoli, la dott.ssa Virna Fusaro, e le ho posto delle domande per quest’intervista che riporto in questo mio articolo per i lettori di RoadTv Italia:

Virna ma chi è un Incel in psicologia?
Il termine Incel deriva dall’unione di due parole “involuntary celibate”, ovvero, celibe involontario ed è usato per indicare una persona che si sente privata di relazioni sentimentali e sessuali attribuendo il suo stato a cause esterne (locus of control esterno). Il termine fu coniato da una studentessa canadese che nel 1997 creò un sito web per i celibi involontari con l’obiettivo di fornire uno spazio virtuale nel quale queste persone potessero condividere le proprie difficoltà relazionali intime. Gli Incel, dunque, aderiscono a una subcultura online che sostiene il diritto naturale di avere rapporti intimi ma non possedendo precise caratteristiche fisiche ne sono involontariamente deprivati. Attribuiscono la responsabilità alle donne che scelgono i partner basandosi sull’aspetto fisico, il denaro e lo status sociale escludendo la personalità (Teoria Look, Money, Status). La visione del mondo degli Incel si basa su due convinzioni, ovvero, la società è considerata in modo gerarchico in cui le caratteristiche fisiche sono al primo posto e le donne sono le principali responsabili del loro isolamento e del loro insuccesso (Teoria BlackPill). Al vertice di questa gerarchia, risultata sempre dall’analisi dei forum online, spiccano uomini e donne “ideali” denominati con i meme “Chads”, e “Stacys”, mentre gli Incels occupano il posto più basso. I Chads racchiudono la visione stereotipata del maschio Alpha: alti, bel viso, fisico atletico, ricchi e con uno status sociale elevato. Le Stacys: donne attraenti ma superficiali e ossessionate dai gioielli, trucco e abiti firmati e scelgono come loro partner i Chads. Gli Incel credono che solo i Chads abbiano il privilegio di attirare l’attenzione delle donne in particolare quelle attraenti, le meno attraenti sono riservate ai Normies e nessuna per gli Incel. I Normies sono persone che hanno un aspetto medio e i loro successi in campo sentimentale dipendono soltanto da un colpo di fortuna e non dalle loro caratteristiche personali e caratteriali. Pertanto, gli Incels non rientrando in nessuna di questa classifica, o gerarchia che dir si voglia, sono destinati alla mediocrità, all’isolamento sociale e alla solitudine involontaria.

Quanto hanno influito comunità virtuali e social al dilagarsi di questo fenomeno?
Questa subcultura è nata sui forum online ed è cresciuta sempre più fino a diventare un fenomeno mediatico, di interesse sociale e, soprattutto psicologico quando negli USA si sono verificati episodi estremamente violenti e alcuni responsabili, prima di compiere questi atti criminosi, avevano lasciato sui loro profili social messaggi di accuse verso coloro i quali erano causa del loro malessere. Tuttavia, bisogna considerare che sarebbe fuorviante collegare il mondo virtuale e i social alle stragi e tutti gli Incels a dei potenziali autori di reato. Ogni persona reagisce in modo diverso al malessere. Pertanto, l’uso dei forum contemporanei, se da un lato consente agli incels di sentirsi sostenuti, accettati, confrontarsi con persone che hanno le stesse idee e condividere il vissuto di angoscia e impotenza che vivono nella quotidianità, dall’altro rischiano di incoraggiare violenza contro gli altri o se stessi.

 Non tutti riescono a trovare un partner ma non tutti diventano incel per questo motivo: qual è il filo che separa queste due categorie di persone?
La differenza sostanziale risiede nella storia personale e sofferenza psicologica individuale. Alcuni studi hanno analizzato i testi delle comunicazioni presenti su forum molto popolari di Incels. Molti di loro manifestano bassa autostima, senso di inadeguatezza rispetto al modello di mascolinità più performante, abusi domestici e non ultime esperienze di depressione, disperazione, traumi e ideazione suicidaria. In alcuni studi, infine, sono emerse anche storie di bullismo e disabilità.

L’Incel è un misogino?
Non è possibile definire un Incel un misogino ma è importante approfondire le ragioni del disagio. Solo un piccolo sottoinsieme di utenti che usa forum e social Incel é responsabile di contenuti violenti e misogini. Quindi non è possibile usare il mezzo online per generalizzare i risultati.
 Le persone tendono a incamerare modelli di sessualità proposti nei media che non sempre corrispondono alla realtà … potrebbe essere un incentivo al dilagarsi del fenomeno incel?

 Il dilagarsi del fenomeno dipende da vari fattori. I modelli sessuali proposti dai media non corrispondono alla realtà, infatti, sarebbe importante la sensibilizzazione all’uso critico dei social per contrastare contenuti non veritieri e potenzialmente nocivi. Infine, una campagna di informazione e supporto sull’argomento che coinvolga la popolazione in generale. L’incremento della sofferenza è causato anche dall’idea che la psicoterapia non sia funzionale ma solo un palliativo. La psicoterapia, invece, è importante non solo per sostenere e curare ma è determinante per prevenire queste forme di disagio.

Ai ragazzi non viene insegnato ad accettare i rifiuti, ecco il problema di fondo della nostra società. Viene loro insegnato che “possono avere quello che vogliono” se solo lo vogliono abbastanza. Senza insegnare loro che non bisogna essere per forza il maschio alpha, che non devono rispondere ad uno stereotipo di uomo patriarcale. Ritorno in quel bar, noto gli stessi ragazzi di pochi giorni fa. Mi fermo. Poggio una mano sulla spalla di quel ragazzo “etichettato” incel. Gli sorrido, gli dico sottovoce che le sconfitte servono nella vita, servono a farci crescere, odiare non risolve i problemi. Mi sorride, mi stringe la mano. Dopo le mie parole lo vedo in lontananza avvicinarsi ad una ragazza. Vado via con gioia, un semplice gesto di incoraggiamento insegna più di tanti libri e social.

Ho avuto modo di parlare telefonicamente di questo fenomeno con una nota psicologa di Napoli, la dott.ssa Virna Fusaro, e le ho posto delle domande per quest’intervista che riporto in questo mio articolo per i lettori di RoadTv Italia:

 

Virna ma chi è un Incel in psicologia?

Il termine Incel deriva dall’unione di due parole “involuntary celibate”, ovvero, celibe involontario ed è usato per indicare una persona che si sente privata di relazioni sentimentali e sessuali attribuendo il suo stato a cause esterne (locus of control esterno). Il termine fu coniato da una studentessa canadese che nel 1997 creò un sito web per i celibi involontari con l’obiettivo di fornire uno spazio virtuale nel quale queste persone potessero condividere le proprie difficoltà relazionali intime. Gli Incel, dunque, aderiscono a una subcultura online che sostiene il diritto naturale di avere rapporti intimi ma non possedendo precise caratteristiche fisiche ne sono involontariamente deprivati. Attribuiscono la responsabilità alle donne che scelgono i partner basandosi sull’aspetto fisico, il denaro e lo status sociale escludendo la personalità (Teoria Look, Money, Status). La visione del mondo degli Incel si basa su due convinzioni, ovvero, la società è considerata in modo gerarchico in cui le caratteristiche fisiche sono al primo posto e le donne sono le principali responsabili del loro isolamento e del loro insuccesso (Teoria BlackPill). Al vertice di questa gerarchia, risultata sempre dall’analisi dei forum online, spiccano uomini e donne “ideali” denominati con i meme “Chads”, e “Stacys”, mentre gli Incels occupano il posto più basso. I Chads racchiudono la visione stereotipata del maschio Alpha: alti, bel viso, fisico atletico, ricchi e con uno status sociale elevato. Le Stacys: donne attraenti ma superficiali e ossessionate dai gioielli, trucco e abiti firmati e scelgono come loro partner i Chads. Gli Incel credono che solo i Chads abbiano il privilegio di attirare l’attenzione delle donne in particolare quelle attraenti, le meno attraenti sono riservate ai Normies e nessuna per gli Incel. I Normies sono persone che hanno un aspetto medio e i loro successi in campo sentimentale dipendono soltanto da un colpo di fortuna e non dalle loro caratteristiche personali e caratteriali. Pertanto, gli Incels non rientrando in nessuna di questa classifica, o gerarchia che dir si voglia, sono destinati alla mediocrità, all’isolamento sociale e alla solitudine involontaria.

 

Quanto hanno influito comunità virtuali e social al dilagarsi di questo fenomeno?

Questa subcultura è nata sui forum online ed è cresciuta sempre più fino a diventare un fenomeno mediatico, di interesse sociale e, soprattutto psicologico quando negli USA si sono verificati episodi estremamente violenti e alcuni responsabili, prima di compiere questi atti criminosi, avevano lasciato sui loro profili social messaggi di accuse verso coloro i quali erano causa del loro malessere. Tuttavia, bisogna considerare che sarebbe fuorviante collegare il mondo virtuale e i social alle stragi e tutti gli Incels a dei potenziali autori di reato. Ogni persona reagisce in modo diverso al malessere. Pertanto, l’uso dei forum contemporanei, se da un lato consente agli incels di sentirsi sostenuti, accettati, confrontarsi con persone che hanno le stesse idee e condividere il vissuto di angoscia e impotenza che vivono nella quotidianità, dall’altro rischiano di incoraggiare violenza contro gli altri o se stessi.

 

Non tutti riescono a trovare un partner ma non tutti diventano incel per questo motivo: qual è il filo che separa queste due categorie di persone?

La differenza sostanziale risiede nella storia personale e sofferenza psicologica individuale. Alcuni studi hanno analizzato i testi delle comunicazioni presenti su forum molto popolari di Incels. Molti di loro manifestano bassa autostima, senso di inadeguatezza rispetto al modello di mascolinità più performante, abusi domestici e non ultime esperienze di depressione, disperazione, traumi e ideazione suicidaria. In alcuni studi, infine, sono emerse anche storie di bullismo e disabilità.

 

L’Incel è un misogino?

Non è possibile definire un Incel un misogino ma è importante approfondire le ragioni del disagio. Solo un piccolo sottoinsieme di utenti che usa forum e social Incel é responsabile di contenuti violenti e misogini. Quindi non è possibile usare il mezzo online per generalizzare i risultati.

Le persone tendono a incamerare modelli di sessualità proposti nei media che non sempre corrispondono alla realtà … potrebbe essere un incentivo al dilagarsi del fenomeno incel?

 

Il dilagarsi del fenomeno dipende da vari fattori. I modelli sessuali proposti dai media non corrispondono alla realtà, infatti, sarebbe importante la sensibilizzazione all’uso critico dei social per contrastare contenuti non veritieri e potenzialmente nocivi. Infine, una campagna di informazione e supporto sull’argomento che coinvolga la popolazione in generale. L’incremento della sofferenza è causato anche dall’idea che la psicoterapia non sia funzionale ma solo un palliativo. La psicoterapia, invece, è importante non solo per sostenere e curare ma è determinante per prevenire queste forme di disagio.

 

 

Ai ragazzi non viene insegnato ad accettare i rifiuti, ecco il problema di fondo della nostra società. Viene loro insegnato che “possono avere quello che vogliono” se solo lo vogliono abbastanza. Senza insegnare loro che non bisogna essere per forza il maschio alpha, che non devono rispondere ad uno stereotipo di uomo patriarcale. Ritorno in quel bar, noto gli stessi ragazzi di pochi giorni fa. Mi fermo. Poggio una mano sulla spalla di quel ragazzo “etichettato” incel. Gli sorrido, gli dico sottovoce che le sconfitte servono nella vita, servono a farci crescere, odiare non risolve i problemi. Mi sorride, mi stringe la mano. Dopo le mie parole lo vedo in lontananza avvicinarsi ad una ragazza. Vado via con gioia, un semplice gesto di incoraggiamento insegna più di tanti libri e social.