Inchiesta della Guardia di Finanza sulla moglie, Caldoro: “Sono pronto alle dimissioni”

Caldoro convoca d'urgenza i giornalisti a Palazzo Santa Lucia per raccontare la sua verità sull'inchiesta della Guardia di Finanza che coinvolgerebbe anche la moglie del governatore

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Il presidente Stefano Caldoro ha convocato d’urgenza i giornalisti per “rispondere alla stampa e all’opinione pubblica ma non all’autorità giudiziaria, nello spirito che la Regione debba essere una casa di vetro”. Caldoro ha spiegato minuziosamente la vicenda che coinvolgerebbe la sua famiglia e  “un amico di sempre oltre che uno strettissimo collaboratore“. Si tratta ovviamente del capo della Segreteria Sandro Santangelo,

“Piena fiducia nella magistratura, sono pronto alle dimissioni se è coinvolta la mia famiglia”

Come lo stesso Caldoro ricorda,  per ora le uniche informazioni di cui dispone sono quelle della stampa  e dichiara “piena fiducia nella magistratura e nelle Forze dell’ordine”.  Al tempo stesso il Governatore sottolinea che quello del Capo della Segreteria Sandro Santangelo è stato l’unico ufficio dove è entrata la Finanza”. In attesa di avere ulteriori chiarimenti da parte della magistratura il presidente aggiunge anche di “essere pronto a presentare le dimissioni qualora fosse accertata la responsabilità mia o dei miei familiari”

I fatti oggetto di indagine: l’appartamento di Via Toledo

I fatti oggetto di indagine si riferiscono all’acquisto di un appartamento in via Toledo 156 di 127 metri quadri, dove Caldoro già dagli anni Ottanta aveva creato il suo quartier generale. Ma il proprietario dell’immobile fallisce ed il bene viene affidato ad un curatore. Successivamente il bene va all’asta e viene acquistato nel 2009 per 300.000 euro dalla società Resove srl di cui era amministratore Santangelo.  Ma nell’operazione entrerebbe anche la professoressa AnnaMaria Colao, moglie di Caldoro, che versa 200.000 euro per una parte dell’immobile, circa 80 metri quadri, da destinare a studio della figlia, futura avvocato. Questa operazione si chiude nel 2010, solo dopo aver definitivamente chiarito l’abitabilità dell’appartamento che si trova nel cortile di un palazzo a fronte strada. Ma proprio su questo punto Caldoro sottolinea come ogni passaggio di denaro sia avvenuto tramite il Tribunale di Napoli e quindi in assoluta trasparenza e tracciabilità.