di Luigi Casaretta
Il referendum sull’annessione alla Russia nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk e nel Donetsk e nelle regioni attualmente sotto le insegne russe, si farà ed avrà luogo dal prossimo 23 al 27 settembre. Lo ha detto il vice presidente del Parlamento, Dmitry Khoroshilov, citato dalla Tass mentre la Borsa di Mosca perdeva oltre il 10% subito dopo l’annuncio dei referendum e mentre le truppe russe volgono ad una ritirata che per ora potrebbe asssumere la forma di una disfatta. Ma è il presidente russo Putin che, il più atteso di tutti, in serata era chiamato a confermare la voce ma che non si è fatto vedere nonostante diplomatici e giornalisti a Mosca avessero atteso il discorso. Tutto questo mentre la Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di “mobilitazione”, “legge marziale”, “tempo di guerra” e “conflitto armato”. Per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Gli emendamenti andranno in votazione domani al Consiglio della Federazione, il Senato russo, prima di essere promulgati dal presidente Vladimir Putin.
“L’Ue condanna fermamente i referendum illegali programmati dai filorussi” precisando che “vanno contro le autorità ucraine legali e democraticamente elette, violano l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e costituiscono una palese violazione del diritto internazionale”. Lo afferma l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, annunciando che “la Russia, la sua leadership politica e tutti coloro che sono coinvolti in questi referendum e in altre violazioni del diritto internazionale in Ucraina saranno ritenuti responsabili e verranno prese in considerazione ulteriori misure restrittive contro Mosca”. Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, i referendum “farsa” della Russia per l’annessione del Donbass in Ucraina “sono inaccettabili”.
Più dura la risposta ucraina nelle parole del capo dell’Ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak che lo definisce un: “Ricatto ingenuo con minacce e storie dell’orrore di ‘referendum’ e ‘mobilitazioni’ di chi sa combattere solo contro bambini e persone pacifiche. Ecco come appare la paura della sconfitta. Il nemico ha paura, manipola primitivamente. L’Ucraina risolverà la questione russa. La minaccia può essere eliminata solo con la forza”.
Morbido il presidente turco Erdogan che invece parla di spiragli positivi dal recente incontro in Uzbekistan con il presidente russo Putin prospettando la volontà di cercare la pace da parte del leader russo.
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