Ingaggia per 10mila euro un sicario sul dark web per sfregiare la ex e spezzarle la schiena

0
292

Il 40enne aveva già effettuato il primo di alcuni pagamenti in Bitcoin: voleva distruggere la vita della donna perché non accettava la fine della loro storia

Cercava un sicario nel dark web per sfregiare la ex compagna con l’acido e spezzarle “la schiena in maniera tale da farla rimanere paralizzata“. E per farlo offriva 10mila euro. La polizia ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di un quarantenne lombardo, esperto informatico, funzionario di una grande azienda, per atti persecutori aggravati in danno della giovane ex fidanzata. È la prima volta che, attraverso un’investigazione su diversi piani operativi, reali e virtuali, gli investigatori del servizio polizia postale e delle comunicazioni, della squadra mobile e della polizia postale di Roma riescono a individuare tempestivamente e fermare il mandante di un grave delitto di violenza di genere, progettato nei minimi dettagli sul dark web.

Sembra la trama di un thriller contemporaneo in cui l’autore dà vita a un incubo: sullo sfondo una relazione finita, l’ideazione di un delitto, la ricerca di un sicario nel dark web per fare del male alla ex fidanzata, il pagamento della commissione in Bitcoin. La realtà, invece, mostra l’ennesima storia di un uomo che pensa di poter distruggere una donna perché non accetta la fine della loro storia.

La notizia giunge all’attenzione degli investigatori della polizia lo scorso febbraio, da una segnalazione dell’Interpol: la polizia di un Paese europeo aveva acquisito sul dark web alcune conversazioni relative a un grave delitto su commissione. Un cliente sconosciuto chiedeva a un ‘intermediario’ l’ingaggio di un ‘hitman’, affinché una donna, in Italia, fosse sfregiata con l’acido e costretta su una sedia a rotelle, e per questa prestazione aveva già effettuato il primo di alcuni pagamenti in Bitcoin. L’intermediario metteva in contatto il committente con un sicario, che si impegnava a portare a compimento l’incarico in breve tempo.

Ma l’indagine, diretta dalla procura delle Repubblica di Roma, ha consentito di identificare la vittima e portare alla luce, in brevissimo tempo, l’intera vicenda. Gli investigatori della polizia postale, con il fondamentale contributo della cooperazione di Europol, che ha effettuato l’analisi delle transazioni finanziarie e che ha supportato le complesse attività investigative per i risvolti internazionali, hanno identificato il responsabile dell’agghiacciante richiesta. Contemporaneamente, la sezione della squadra mobile di Roma, specializzata in reati di violenza di genere, ha ricostruito la vita della ragazza, le sue frequentazioni e i rapporti sentimentali, giungendo alle stesse conclusioni: dal profilo di un ex fidanzato è emersa, infatti, una personalità morbosa e ossessionata dalla figura femminile.

L’uomo, mentre inviava fiori e messaggi insistenti all’indirizzo della giovane donna, attraverso complesse pratiche informatiche di anonimizzazione e utilizzando la rete Tor, contattava un sito del dark web, richiedendo a soggetti denominati ‘Assassins’, dietro pagamento di una cospicua somma in Bitcoin, prestazioni finalizzate a provocarle lesioni gravissime.

L’ordinanza: “Diecimila euro per sfregiare la ex”

Quasi 10mila euro in bitcoin da versare in quattro diversi pagamenti: era questo il prezzo pattuito con gli intermediari nel ‘dark web’ per far sfregiare l’ex fidanzata e procurarle gravi lesioni. E’ quanto emerso dall’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari il 40enne manager lombardo.

Il 40enne covava un profondo sentimento di vendetta verso l’ex, una ragazza romana, che aveva interrotto la relazione con l’uomo durata oltre 2 anni, e aveva contattato, attraverso la rete anonima Tor, un sito nel Dark Web offrendo a un gruppo chiamato ‘Assassins’ la somma di denaro in bitcoin, da consegnare in 4 pagamenti. Tramite un intermediario, il 40enne era riuscito a reclutare un sicario al quale aveva dato istruzioni per sfregiare la ragazza con l’acido e costringerla su una sedia a rotelle. Fortunatamente, però, Procura e Polizia, anche grazie al contributo di Europol, sono riusciti a intervenire in tempo.

“Voleva che la donna restasse paralizzata”

Il killer avrebbe dovuto “spezzare la schiena alla sua ex in maniera tale da farla rimanere paralizzata e costretta a muoversi sulla sedia a rotelle” e “versarle dell’acido sul viso”, emerge ancora dall’ordinanza. L’uomo, “in concorso con altre persone allo stato ancora non identificate, navigando sul sito internet ‘assassins’ presente sul dark web commissionava la ricerca di un killer fornendo per la materiale esecuzione – scrive il gip Daniela Caramico D’Auria – i dati personali della ex, come l’indirizzo di residenza e il profilo Facebook”. L’arrestato aveva avuto con la vittima una relazione durata quasi due anni, dal novembre 2018 al luglio 2020.

“Doveva sembrare una rapina”

Doveva “sembrare una rapina”: questo lo scioccante piano che aveva ideato il 40enne. Al presunto intermediario contattato sul ‘dark web’ e convinto di restare anonimo, “attraverso il ricorso al nickname ‘kijomu’ chiedeva a un interlocutore allo stato non identificato – si legge nell’ordinanza – di paralizzare una ragazza e di sfigurarle il volto con l’acido ‘la schiena spezzata per lasciarla paralizzata e acido in faccio per sfigurarla. Domani caricherò i bitcoin sul portafogli….voglio che resti paralizzata dalla schiena in giù e che vada sulla sedia a rotelle e le dovete l’acido in faccia senza prendere gli occhi’”. “L’indagato forniva anche delle indicazioni circa la modalità di esecuzione, dovendo il tutto sembrare una rapina, invitando il suo interlocutore a far sottrarre anche la borsa della vittima”, scrive il gip nell’ordinanza.

L’interrogatorio: “Volevo lasciare un segno indelebile sul suo corpo”

Nutrivo una profonda rabbia nei confronti della mia ex, motivo per il quale avevo pensato di lasciare un segno indelebile sul suo corpo così come lei aveva lasciato un segno indelebile su di me”. E’ quanto ha dichiarato, interrogato dagli inquirenti, il manager lombardo finito agli arresti domiciliari. L’indagato a fine febbraio è stato sottoposto a perquisizione nella sua casa nella provincia di Milano, dove sono stati trovati 37 fogli di carta “riportanti pensieri manoscritti verso la ex, un libro dal titolo ‘Il cervello delle donne, capire la mente femminile attraverso la scienza’. Inoltre dall’esame della cronologia del web sono state trovate come chiavi di ricerca locuzioni tipo ‘adrenalina’, ‘adrenalina finale’ e ‘adrenalina suicida’.

Dopo le perquisizioni effettuate a casa dell’indagato, l’uomo, tramite i suoi difensori, ha chiesto non solo di sottoporsi a interrogatorio ma anche di poter “revocare le punizioni commissionate sul ‘dark web’ al fine di salvaguardare l’integrità psicofisica della persona offesa. Sottoposto ad interrogatorio confermava di aver posto in essere – si legge nell’ordinanza – delle condotte insistenti, pressanti e ossessive nei confronti della vittima e al contempo alla presenza degli operanti entrava nella pagina web ‘assassins’ inviando due messaggi, uno all’intermediario e uno ai killer assegnatogli, al fine di revocare l’incarico punitivo, messaggio al quale effettivamente l’intermediario rispondeva, intendendo revocato l’incarico avente a oggetto le lesioni gravissime”. Per il gip, dagli elementi raccolti emerge dunque una “spiccata pericolosità sociale dell’indagato”.