Il 30 aprile u. s., alle ore 10:30, si è svolta presso il cinema Modernissimo la la manifestazione di apertura della campagna elettorale di Luigi De Magistris per la rinomina a Sindaco di Napoli… per Napoli.
Non vi è dubbio che sia stata una “manifestazione” e non una “cerimonia” perché nulla di formale si è evidenziato negli interventi degli ospiti, del pubblico e dello stesso Luigi De Magistris. Nessun cerimoniale retorico, solo persone che parlavano e ascoltavano nel reciproco desiderio di dare un riconoscimento e un seguito a un percorso durato cinque anni che ha ancora molto da offrire e da crescere migliorandosi.
Infatti, come ha asserito Raffaele Del Giudice, vice Sindaco, in un dialogo al termine dell’incontro, “De Magistris non è uno che parla dei problemi, ma uno che li risolve”. Questa è una garanzia.
L’incontro, moderato da Rosaria De Cicco, ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico. La sala pienissima e altrettante persone in attesa corretta all’esterno, hanno testimoniato la vicinanza e la fiducia conferita a una persona tra le persone, Luigi De Magistris, che anche nei momenti più duri, e non sono stati pochi, non ha mai perso in questo quinquennio l’essenza del suo ruolo istituzionale e umano: rappresentare da ultimo i cittadini tutti come “primi cittadini”.
Di rilievo gli interventi accorati ma senza retorica degli ospiti intervenuti, tra cui la Dott.ssa Ricerca In Storia Economica e Identità del Mediterraneo, Paola Avallone, che ha sottolineato l’importante risultato conseguito dal Sindaco De Magistris nel valorizzare “l’esistente” di una città ricca di cultura e di storia. Anche questa è una garanzia.
Impiegare le risorse esistenti, migliorarle e gestirle con onestà coraggio e giustizia al di là di ogni luogo comune o falsa promessa. Forse, e senza forse, è proprio questa una delle principali forze cui in questi cinque anni è pervenuta la città grazie alla guida del suo Sindaco: conseguire degli obiettivi.
Conseguire degli obiettivi nonostante le siano disconosciuti, perché ora Napoli è una città fuori dal giudizio comune, una città che ha dimostrato di potercela fare e di sapersi liberare dalle macerie e dalle etichette. Per questo è una città che fa paura, una città che sa di dover ancora lavorare molto e che non tutto è stato risolto, ma una città che ha avuto il coraggio di risvegliarsi e di ricominciare a credere in se stessa e nelle proprie possibilità.
Come ha asserito Patrizio Oliva, ex-pugile impegnato nel sociale accanto ai minori a rischio, Napoli è una città “che ha bisogno di uomini che ridiano valore e credibilità alla politica e alle istituzioni”, una necessità, invero, di cui tutti i cittadini di tutte le comunità hanno bisogno ed è questo il percorso che insieme a Luigi De Magistris la città ha cominciato a seguire.
L’importanza della politica e della sua riscoperta in onestà e giustizia è stato sottolineata anche da Giuseppe Aragno, scrittore ed ex-combattente, “non è vero che la politica è morta, ma Luigi fa paura alla politica degli interessi e intrallazzi personali”.
La politica non va parlata, la politica deve essere vissuta nel quotidiano, nel continuo bisogno di smettere di tacere perché, come conclude Aragno, “la legalità senza giustizia sociale è una prepotenza”.
Questa la politica che si è respirata a Napoli negli ultimi cinque anni; questo l’obiettivo forse tra i fondamentali conseguiti da Luigi de Magistris: restituire il respiro ai cittadini onesti della città, e sono tanti.
“Partire dal basso”, commenta Giuseppe Ferraro, Docente di Filosofia Morale presso l’Università Federico II, che significa “da dentro” per modificare in meglio la città, anche se spesso è rischioso e può significare “avere il vento contro”. Il merito di De Magistris è stato quello di liberare i cittadini rendendoli partecipi, protagonisti “i primi cittadini” di Napoli. Questo è stato possibile creando legami sociali e umani, liberando il lavoro e restituendo dignità a ciascuna persona. Ferraro non dimentica il suo impegno nelle scuole elementari e nelle carceri e conclude dicendo “la città finisce quando si spengono le voci; la città deve farsi scuola trasformando le carceri in scuole e impedendo che le scuole siano carceri”.
Una città ha bisogno di cultura, un popolo ha bisogno di esprimersi e di accogliere quanto di essere accolto, nessun proclama potrebbe avere profondità superiore a questa. Di questo segno l’intero e sentito intervento del Candidato Sindaco De Magistris che appellandosi al senso di responsabilità di una città che ha voglia di accogliere e di vivere, incita a proseguire nella direzione intrapresa. Il punto focale è “promuovere e sostenere l’autonomia delle iniziative popolari che si riappropriano di spazi abbandonati”, perché le persone sono e devono restare al centro della politica perché sono la politica. “Essere, per vivere con dignità” continua De Magistris “perchè autonomia, onestà, coraggio e libertà non si vendono”. Sembra un progetto rivoluzionario, e lo è, perché mette al centro le persone e fuori gli interessi personali, “la sovranità appartiene al popolo, continua il Sindaco, e bisogna restare fuori dal <<sistema>>”, conservando la passione per la propria città. Essenziali i punti del suo programma: lotta alla disuguaglianza, politica orizzontale, memoria che il Sindaco appartiene alla città e non la città al Sindaco, autonomia.
Prendere coscienza, quindi, delle parole e dei parolai, metterli in un cantuccio e costruire il senso nella concretezza e verità. Non c’è bisogno di proclami per essere popolo, ci vuole la coscienza di esserlo, di spezzare i fili dei burattinai che logorano con il potere e le false promesse ogni speranza di poter essere se stessi e di poterlo essere meglio. Le false promesse hanno molta luce, ma se si scrosta di poco la superficie, si rivela tutto il buio della menzogna e resta solo l’ossessione di onnipotenza di chi apre bene la bocca ma non sa rimboccarsi le maniche. E’ facile legare menzogna e promessa sfruttando i bisogni reali delle persone semplici, difficile è dare vita e realtà a tali promesse che si basano sul suono vuoto e a effetto del proclama urlato, neanche pronunciato, quasi che la forza della voce possa restituire verità al suono delle parole e delle promesse. In realtà, quello che resta è il rimbombo malefico e autoritario di chi si veste da despota senza saper governare, di chi ha come obiettivo il prestigio personale e non le necessità del popolo che ascolta, di chi il popolo neanche lo vede se non come strumento per rafforzare la propria forza, di chi neanche conosce il popolo ma lo usa per i propri fini ricorrendo troppo spesso a sotterfugi e giochi sottili che nulla hanno a che vedere con il buon governo e la buona politica.
La proposta è quella di un movimento popolare di liberazione nazionale tutti insieme contro il sistema.
In una significativa circolarità è bene concludere come si è iniziato. Raffaele Del giudice sottolinea come Luigi De Magistris, nel suo instancabile lavoro che coinvolge tutto il suo staff, “più che occuparsi della campagna elettorale stia continuando a risolvere i problemi”, questa è la vera politica, la vera garanzia di una causa sposata come esistenziale; questa è la garanzia di lealtà e concretezza, questa l’unica promessa valida di un Sindaco alla sua città: rimboccarsi le maniche e risolvere i problemi.
di Loredana De Vita