Insigne e la moglie ascoltati dai pm: “Confermata rapina di delinquenti comuni”

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport torna a parlare della rapina subita da Lorenzo Insigne e sua moglie Jenny. Proprio ieri, infatti, i due sono stati ascoltati dai magistrati in procura, confermando la ricostruzione dell’accaduto, che confermerebbe l’esclusione di qualsiasi altra pista che non sia una ‘semplice’ rapina di delinquenti comuni. Ecco quanto riferito dal quotidiano: “Lorenzo Insigne e sua moglie Jenny hanno vissuto ieri una mattinata particolare prima di pranzare insieme a Castel Volturno. Di buon’ora, infatti, sono andati in procura a Napoli per essere ascoltati dal pool di pubblici ministeri che sta indagando sulla rapina avvenuta sabato sera in centro (al Vomero) mentre i due erano in auto insieme ad una coppa di amici. Davanti ai magistrati, coordinati da Vincenzo Piscitelli, Insigne ha ricostruito quanto accaduto e quei brevi attimi di grande spavento. I rapinatori, che hanno portato via all’attaccante del Napoli un orologio, due bracciali di diamanti e ottocento euro, secondo il racconto di Insigne e della moglie stavano seguendo la loro auto già da un po’ ma non c’erano particolari motivi di preoccupazione perché spesso i tifosi riconoscono Lorenzo e lo inseguono. L’agguato è scattato all’altezza di un semaforo mentre le macchine erano in fila e i malviventi a bordo di una moto di grossa cilindrata (i magistrati sono in possesso delle prime due lettere della targa e dei filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona della rapina). Nella concitazione del momento, è stato fatto notare dalla coppia di amici di Insigne che la vittima era appunto il calciatore azzurro, ma a quel punto beffarda è arrivata la richiesta di dedica di un gol a Firenze da parte di uno dei rapinatori. Non è la prima volta che Insigne incappa in una disavventura simile. Come ha raccontato la moglie Jenny nei giorni scorsi al Corriere del Mezzogiorno, i due sono stati vittima già di una rapina in zona via Marina (all’ingresso di Napoli). In quella circostanza, però,una volta riconosciuto Insigne i rapinatori avevano deciso di restituirgli il bottino. Per i magistrati pare sia da escludere una matrice diversa da quella della delinquenza comune”.

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Redazione Desk

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