Insulti razzisti contro i meridionali: per la prima volta gli insulti su Facebook saranno portati in tribunale

Gli avvocati Angelo e Sergio Pisani parte civile nel processo che vedrà implicata una utente del popolare social network che aveva inneggiato all’odio razziale contro i meridionali

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Enorme passo avanti fatto dalla magistratura italiana contro la discriminazione razziale sui social network. Per la prima volta in Italia una utente del nord è stata citata in tribunale per rispondere del reato di discriminazione territoriale nei confronti dei meridionali. “Propagandava idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali e commetteva atti di discriminazione razziale ed etnica fondata sulla superiorità sopra indicata”. Questo, in sintesi, il testo della citazione a comparire dinnanzi al giudice per le parti coinvolte nel processo che si terrà a Monza.

Il pm ha citato in giudizio l’incauta internauta sulla base dei commenti espressi su Facebook dove, in particolare, si augurava una catastrofe naturale inneggiando all’Etna, al Vesuvio e al Marsili. Quella che potrebbe essere l’eventuale sentenza di condanna emanata dal magistrato che si occuperà della vicenda potrebbe avere rilevanza storica e costituire un importantissimo precedente. Per la prima volta in Italia settentrionali e meridionali saranno equiparati anche dal punto di vista etnico e razziale. Secondo gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, che si sono costituiti parte civile nella vicenda, tale precedente potrebbe costituire un fortissimo deterrente anche nei confronti di quanti, ogni domenica, usano uno sport di massa come il calcio per offendere e discriminare i meridionali.

«Questa vicenda dimostra come sia giunto il momento di cominciare a denunciare questi che sono dei veri e propri atti di discriminazione e di razzismo – dichiara l’avvocato Sergio Pisani – e l’eventuale sentenza potrebbe dimostrare che solo attraverso la denuncia si può mettere la magistratura nella posizione di poter intervenire per arginare questo fenomeno che coinvolge ogni domenica tutti gli stadi dell’Italia del nord. Quello che abbiamo voluto lanciare –prosegue il legale –  è un segnale forte. Speriamo che si possa cominciare seriamente a capire che la dignità dei meridionali va rispettata».