Insulti razzisti nei confronti di Geolier

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Sanremo 2024, la seconda serata vede il trionfo di Geolier

Nei commenti sull’esibizione del rapper napoletano Geolier si percepisce il razzismo latente

Anche quest’anno il Festival di Sanremo è circondato da polemiche, dal ballo del qua qua di John Travolta, al body shaming su Big Mama.

Un’ulteriore questione è scaturita dall’articolo de L’Eco di Bergamo su Geolier. Il giornale descrive così l’ingresso e l’esecuzione del rapper napoletano: “Arriva vestito come mio zio in discoteca e fa la cover del Lazza dell’anno scorso, però in napoletano”. Concludendo il suo giudizio con un voto 4 e definendolo il “prediciottesimo camorrista ost”.

Le critiche ma soprattutto i commenti razzisti  hanno giustamente inorridito i napoletani che ancora una volta vengono insultati in base a stereotipi. Senza contare ovviamente che sono critiche con un sottofondo di ignoranza, non solo per il razzismo che al giorno d’oggi è particolarmente rivoltante, ma anche perché gli abiti indossati dai concorrenti vengono scelti accuratamente da uno stylist, non solo in base all’immagine del cantante, ma anche in base a cosa farà parlare di più nei giorni successivi al Festival, una trovata pubblicitaria che ogni anno cattura l’attenzione di telespettatori e giornalisti. Si ricorda infatti lo stile eccentrico di Achille Lauro che gli ha assicurato decine di articoli ogni giorno del Festival per i suoi abiti inusuali.

Sfortunatamente non è una novità che ancora oggi nel 2024 c’è chi si rivela razzista nei confronti del Sud Italia e in particolare di Napoli.

Fanno anche inorridire i commenti postati sui social, che evidenziano un’aria pesante di pregiudizi e odio nei confronti dei napoletani. Se ne contano molteplici: “Togliete il diritto di voto ai napoletani”, “Napoletani spenderanno tutta la loro vita per una qualsiasi causa che non sia lavorare”, “Geolier è stato votato con i soldi del reddito di cittadinanza” sono solo alcune “perle” di questo mare di commenti negativi.

Probabilmente molti italiani, tra cui l’autore dell’articolo in questione de L’Eco di Bergamo e gli haters online, ignorano come fosse proprio a Napoli che si svolgeva un altro famosissimo festival della canzone italiana, che veniva persino trasmesso dalla Rai proprio come quello di Sanremo, ossia il Festival di Napoli.

Inoltre tutte queste critiche sono, come spesso risultano gli insulti, senza fondamento e ricche di tanta ignoranza, dato che chi ha scritto “da Roma in giù dovrebbero oscurare la tv” si sarà dimenticato che è proprio da autori napoletani e del Sud in generale che arrivano alcune delle canzoni più belle e più conosciute a livello internazionale, come ‘O sole mio, celebre canzone napoletana della fine dell’800, e Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno, nato a Polignano a Mare, in Puglia.

In questo Festival è forte la presenza napoletana, campana e del Meridione tutto, con tanti cantanti del Sud Italia in gara, un intervento sulla violenza sulle donne recitato dagli attori della serie napoletana di successo Mare Fuori e il tributo per Giò Giò Cutolo, musicista napoletano, ucciso alla fine dell’estate scorsa.

Il Festival di Sanremo, quello che dovrebbe essere l’apoteosi della collaborazione e rispetto dell’Italia tutta, viene ancora una volta, a causa di pochi elementi, infangato dall’odio immotivato.