Ancora roghi, ancora colonne atlantiche di fumo nero si innalzano nei cieli del napoletano e casertano, ancora prodotti ortofrutticoli contaminati smerciati nella lunga filiera dei mercati e della distribuzione, ancora controlli inesistenti o inefficaci. A partire da queste evidenze un gruppo di trenta parlamentari chiedono di rendere conto della totale inadempienza degli organi dello stato preposti al monitoraggio, al controllo, e salvaguardia dei territori in questione. Perché alle dichiarazioni del capo del governo e dei ministeri interessati non è seguita nessuna procedura concreta e reale?
A domani è fissata una interrogazione parlamentare al fine di rompere il silenzio. Nel frattempo è fissata per domani 17 ottobre alle ore 17:30, presso il Laboratorio Insurgencia in via Vecchia San Rocco 18 a Napoli-Capodimonte, un’assemblea pubblica di tutti i raggruppamenti e le associazioni che si riconoscono nelle lotte per fermare il biocidio per una unione organizzata degli individui militanti. Al 25 ottobre, a piazza Dante a Napoli, è programmata invece la manifestazione nazionale dei comitati contro la Terra dei fuochi.
Ricordiamo che la ragione che spinge alla creazione dell’evento di domani 17 ottobre è quello di decidere in maniera organizzata del futuro del movimento, soprattutto in merito la necessità di organizzarlo in un’unica collettività, di unirlo in un’unica voce, per poter passare a un’azione politica che possa contare sul numero di una effettiva, non disgregata, non acefala, forza di cambiamento, e che soprattutto faccia tutto ciò dall’esistente, sulla realtà sociale esistente. Per poter avere una presa attiva sui territori di Terra dei fuochi, e di tutti quelli continui, c’è bisogno di un’unione dei sub-movimenti, di un’unico centro che non disperda le forze e che decida gravemente su tutte le questioni su cui operare. In altre parole si vuole decidere non di aspettare il governo centrale ma di ripartire con il movimento stesso cercando soluzioni dentro lo stesso, a partire dalle realtà locali che nel movimento già fanno rete. I raggruppamenti per lo Stop Biocidio, attraverso le amministrazioni, le associazioni, i raggruppamenti spontanei, locali, in un unico movimento, possono risolvere socialmente l’emergenza, partendo dalle professionalità già esistenti nel movimento, dalle realtà produttive e ricreative già presenti. In maniera strategica, coordinando le iniziative, le pressioni, le operazioni, i lavori, collettivi, è possibile fare tutti da sé e risolvere il Biocidio socialmente e senza aspettare uno stato immobile.
La manifestazione del 25 si ipotizza abbia l’utilità di testimoniare i risultati raggiunti nella razionalizzazione del movimento e dare una chiara evidenza della propositività dei gruppi e delle associazioni unite. Le interrogazioni parlamentari dovranno tener conto anche di queste due svolte popolari all’interno del movimento?