Le intossicazioni acute in età pediatrica rappresentano un problema sempre più pressante, non solo per gli operatori sanitari dei Dipartimenti di Emergenza Ospedalieri, ma per tutti gli operatori sanitari in ambito pediatrico. L’immissione nell’ambiente di oltre 2000 nuove sostanze chimiche ogni anno aumenta sempre di più il rischio di intossicazione. L’evidente curiosità del bambino per l’ambiente circostante, il desiderio di esplorarlo e di emulare gli adulti, rende i bambini particolarmente suscettibili alle intossicazioni acute.
Nella casistica dell’Ospedale Santobono di Napoli, i casi di intossicazione acuta risultano attestarsi intorno allo 0.7% del numero totale degli accessi in pronto Soccorso (oltre 700 bambini all’anno). Nel lattante e nella prima infanzia il motivo più frequente di intossicazione acuta è rappresentato da errore di somministrazione terapeutico qualitativo o quantitativo, in genere accidentale, mentre al di sopra dei 10 anni, l’intossicazione è spesso volontaria ed è a scopo suicida-dimostrativo.
Le sostanze più frequentemente coinvolte nell’intossicazione acuta sono i farmaci in circa il 30% dei casi, seguite da prodotti per l’igiene domestica nel 27% dei casi ed in percentuali nettamente minori altre sostanze come pesticidi (6.8%), alimenti (4.7%), prodotti industriali (3%), piante (2.3%), punture o morsi di animali (2%), sostanze d’abuso (1.5%). I farmaci variamente colorati, spesso dall’odore o sapore gradevoli, sollecitano il bambino per il loro aspetto e per spirito di emulazione dell’adulto.
Altrettanto accade per i prodotti per la pulizia domestica, che spesso sono contenuti in recipienti dai colori vivaci, che naturalmente attirano l’attenzione la curiosità del bambino. I luoghi nei quali avviene l’intossicazione mostrano nettissima predominanza dell’ambito domestico in circa 88% dei casi ed in circa 80% dei casi la modalità di intossicazione è rappresentata dall’ingestione. In circa il 92% dei casi l’intossicazione avviene in maniera accidentale, mentre è volontaria soltanto nello 0.9%.
Le intossicazioni acute in età pediatrica si realizzano soprattutto in fasce orarie corrispondenti ad una maggiore disattenzione dei genitori, in particolare appaiono più a rischio la fascia oraria 11-13 e 18-21, in cui generalmente le madri sono impegnate nella preparazione dei pasti. Un nuovo importante capitolo è rappresentato dalle nuove droghe, il cui consumo si è notevolmente diffuso per la faciltà di reperire tali sostanze sul mercato “on web”. Tali sostanze d’abuso sono notevolmente più dannose delle classiche droghe finora in uso.
È facilmente intuibile quindi che la prevenzione è lo strumento più efficace nel ridurre l’incidenza degli avvelenamenti in età evolutiva, oltre che promuovere la cultura tossicologica, stimolando la riflessione per problematiche da affrontare molto spesso in tempi estremamente ristretti e per casi talvolta ad evoluzione rapida ed infausta. Gli avvelenamenti accidentali possono essere nella maggior parte dei casi evitati ottemperando a poche ma importanti regole.
Innanzitutto vanno istruite le famiglie a conservare i prodotti potenzialmente tossici fuori dalla portata dei bambini, e soprattutto non riporli mai nelle dispense alimentari. Mai travasare prodotti non alimentari in recipienti ad uso alimentare. Mai mescolare prodotti diversi per l’igiene domestica, ad esempio acidi con candeggina. Controllare sempre la tossicità delle piante d’appartamento. Verificare il corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento (prevenzione dell’intossicazione da monossido di carbonio).
Ricordando poi l’elevata quota di intossicazioni da farmaco in età evolutiva, ricordare di non chiamare mai le medicine caramelle e non somministrare farmaci senza prescrizione medica. Verificare sempre posologia e modalità di somministrazione del farmaco. Ricordare di conservare i farmaci nella loro confezione originale e mai lasciarli incustoditi. Alcune regole importanti possono prevenire gravi avvelenamenti durante le vacanze o nel tempo libero. Ricordare di non addentrarsi in zone boscose senza adeguate calzature, spostare sassi e cespugli con un bastone e non a mani nude. Non ingerire bacche o parti di piante. Non raccogliere e mangiare funghi se non si è particolarmente esperti.
Oltre queste importanti regole per la prevenzione, è importante rammentare alcune indicazioni, evitando azioni che potrebbero essere ancora più dannose della stesso avvelenamento. È opportuno ricordare di non indurre il vomito in caso di ingestione di sostanza caustica ( al fine di evitare un secondo passaggio esofageo del caustico) o di sostanza schiumogena (riduzione della possibilità di inalazione). È fondamentale ricordare che è estremamente importante la tempestività dell’intervento, che nella maggior parte dei casi è la soluzione dell’intossicazione. Importante è informarsi bene circa la sostanza in causa, chiedendo il contenitore originale, modalità di intossicazione, tempo intercorso tra l’evento e l’osservazione, quantità della sostanza.
Le misure generali di primo soccorso preospedaliero possono essere riassunte in quattro gruppi.
Nelle intossicazioni accidentali l’intervento domiciliare può essere risolutivo, riducendo in modo drastico il ricorso all’ospedalizzazione. La maggior parte delle esposizioni a sostanze nocive avviene per ingestione; risulta determinante la precocità dell’intervento. L’intervento nelle sede dell’evento sicuramente riduce i potenziali rischi a cui il bambino può andare incontro.
Di capitale importanza è il tempestivo contatto con i Centri Antiveleni, che sono attivi h 24 e forniscono assistenza ed informazione. Le fondamentali informazioni da riferire sono: Età e Peso dell’intossicato,Tempo trascorso dall’esposizione al tossico, Nome del prodotto (in caso di farmaci o simili tenere a portata di mano la confezione), Modalità di esposizione: ingestione, inalazione, contatto cutaneo,quantità approssimativa di tossico assunta,sintomi presentati dall’intossicato. In conclusione quindi, la diffusione della cultura tossicologica, comprendente la prevenzione primaria, la conoscenza del grado di tossicità delle sostanze con cui più comunemente il bambino entra in contatto, il corretto approccio anamnestico e terapeutico e la sua tempestività, la correttezza del contatto con i centri antiveleno, riducono la frequenza delle intossicazioni e relative complicanze e l’ospedalizzazione in termini di quantità e durata.
Dott. Eduardo Ponticiello
Dirigente medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale Santobono di Napoli
Coordinatore del Gruppo di studio di Tossicologia della SIMEUP
This post was published on Lug 8, 2015 15:00
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