“Invisibili”, storie di vite dimenticate

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di Fabio Iuorio

Gli Invisibili, sembra un titolo di un film, come quello interpretato da Richard Gere nel 2014 e che ha come personaggio chiave un senzatetto.

I senzatetto, termine molto triste che purtroppo ultimamente è usato per definire quelli che non hanno una dimora fissa, e hanno fatto della strada la propria casa.

C’è chi li chiama vagabondi, mendicanti, homeless o clochard, dimenticando che dietro ci sono persone, uomini e donne e la loro disperata storia di vita.

Esistono molte cause che portano alla perdita della propria casa e ad iniziare una vita senza radici:

  • Scelta volontaria di non avere fissa dimora, come ad esempio gli Yogi in India

  • Fuga dallabuso domestico, e qui possiamo includere abusi fisici/mentali/sessuali

  • Fuoriuscita dal carcere, con la conseguente difficoltà a potersi reinserire in società

  • Problemi di salute mentale

  • Difficoltà economiche dovute a perdita di lavoro

  • Tossicodipendenze varie.

Spesso queste persone, vengono guardate con aria di indifferenza, gli occhi dei passanti li rifiutano, volgendo altrove lo sguardo per il timore di incrociare i loro e provocare un senso di compassione. Sappiamo che la vita di questi non è affatto facile e in questo periodo di quarantena è peggiorata notevolmente.

Una difficoltà è data, ad esempio, dal servizio mense dove spesso non si riesce a rispettare la distanza di un metro per spazi ridotti o per sovraffollamento dovuto all’enorme quantità di richiedenti oppure dai molti dormitori che hanno deciso di non aprire le porte a nuovi ospiti.

Ho avuto modo di incontrare uno di loro, ancor prima che la vita decidesse per lui.

Vi racconto di Gerry, nome di fantasia, un fantasma per tanti, un vero invisibile, uomo di grande cuore oltre che di grande cultura pur non avendo una elevata istruzione scolastica. Gerry appare alla gente come un ammasso di coperte, come un uomo dalle scarpe consumate e dallabbigliamento stracciato. Accanto a lui solo un piccolo zaino con pochi abiti, qualche ricambio e alcune lattine di birra, è sempre stato un grande intenditore di birre pregiate, ma ora consuma solo la più commerciale Peroni.

Uomo ribelle, nei confronti della vita e degli stereotipi che lo hanno sempre circondato, un sognatore che, in seguito a degli eventi nefasti della sua vita, è diventato un senzatetto. Lancia sguardi di sfida verso chiunque si avvicini a lui gridando: Andate via, non voglio nessuno, sto bene così! Non infastidisco nessuno ma voglio che nessuno infastidisca me!Ora Gerry vive così, sfidando le intemperie, le malattie, ma conserva per quello che può una parte della sua vecchia identità, tenerci per l’igiene personale. Infatti pur vivendo in condizioni precarie usa spesso i piccoli proventi delle elemosine per acquistare prodotti quali bagnoschiuma, shampoo, deodorante e rasoi da barba. Gerry ama la pulizia da sempre. Attorno a lui vive una città, la sua città natale, nella frenesia dei ritmi quotidiani e nellindifferenza verso il prossimo.

Il problema senzatetto è spesso accompagnato al problema dellemarginazione sociale, ci sono a dir la verità tanti angeli della strada che vegliano su di loro portando cibo, coperte e oggetti indispensabili per il sostentamento del corpo, ma spesso mancano sostegni psicologici per queste persone. La nostra società, quella del perbenismo assoluto, ha il vizio di attaccare queste persone o, peggio, trattarle con indifferenza: in ambito lavorativo, ad esempio, gli invisibili non riescono a potersi inserire anche a causa di tante etichettature tipo senzatetto/persona pigra e svogliata. Credo che in una società dove politici e manager guadagnano migliaia di euro al mese – dichiarando che non saprebbero come vivere guadagnando di meno – bisognerebbe considerare i senzatetto come veri Maestri di vita e dovremmo apprendere tutti qualcosa in più da loro, veri esperti nel capire ciò che essenziale per sopravvivere senza troppi fronzoli. Durante questo periodo di quarantena abbiamo anche assistito a episodi paradossali tipo il multare un senzatetto esclusivamente perché non aveva rispettato lordine di stare a casa, ma ci chiediamo, come fa una persona che non ha più nulla a restare a casa se una casa non ce lha? Bisognerebbe stanziare somme per consentire ai comuni di fornire un tetto alle persone senza dimora, utilizzando palestre, capannoni o altri edifici pubblici o privati;

Garantire il diritto alla salute di queste persone consentendo loro laccesso immediato alle cure ovvero assegnando loro un medico di base pur in assenza di residenza.

Consentendogli di avere ancora quella identità che identifica ogni essere umano. Basta con clochard, homeless, vagabondo, o peggio ancora straccione.

Gerry resta in riva al mare, scrutando oltre lorizzonte dellinsolenza umana, intravedendo nel suo immaginario degli alieni che lo rapiscono non per fargli del male, ma per portarlo, seppur per un breve attimo, in una dimensione di un mondo leale, senza ingiustizie e contraddizioni come accade nel nostro Pianeta .