Islanda, un Parlamento in rosa

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Islanda, un Parlamento in rosa

di Luigi Casaretta

Un Parlamento con più donne che uomini, il primo in Europa. Il nuovo Althingi, il Parlamento unicamerale islandese, avrà 33 legislatrici su 63 seggi, unico paese del vecchio continente dove le donne saranno sopra il 50 per cento. Cosí con le elezioni politiche, l’Islanda si conferma paese all’avanguardia mondiale nell’uguaglianza di genere e nel ruolo pubblico delle donne, come Onu e ong la classificano da ben 12 anni.

L’esito delle elezioni in Islanda segue un andamento ormai consolidato nel tempo e nella storia politica dell’isola che ha un avanzato sistema di welfare. Non solo l’Islanda è stato il primo Paese al mondo a eleggere una presidente donna, nel lontano 1980, con Vigdis Finnbogadóttir, ma in Islanda viene anche garantito lo stesso congedo parentale ai maschi e alle femmine, così come i datori di lavoro sono tenuti a dimostrare di pagare in egual modo entrambi i sessi.

Nessun altro Paese europeo ha mai avuto più del 50% di parlamentari donne, con la Svezia che si avvicina di più ma si ferma al 47%, come riportato dai dati della Banca mondiale. Nel mondo, invece, sono cinque gli Stati che hanno attualmente parlamenti in cui le donne detengono almeno la metà dei seggi: Ruanda (61%), Cuba (53%), Nicaragua (51%), Messico e, a sorpresa, gli Emirati Arabi Uniti entrambi fermi al 50%.

L’unica nota negativa per la causa femminile arriva dal risultato ottenuto dai Verdi, il partito della premier in carica Katrín Jakobsdóttir, 45 anni, in carica dal 2017, che esce indebolita dalla tornata elettorale. La grande coalizione da lei guidata finora dovrebbe rimanere in sella, ma un rimpasto di governo potrebbe prevedere un possibile passaggio di consegne al vertice dell’esecutivo.