Italiani all’estero. Luigi De Maio è stato chiaro nei confronti dei 5 milioni di italiani residenti all’estero.
Chi risiede all’estero, paga le tasse in altri paesi – ed aggiungerei ha scelto di vivere in un altro paese rinnegando l’Italia come opportunità e come life style – deve restare li, senza fare una corsa al ritorno a casa, così come il figliol prodigo che preso dalla solitudine e dalla paura decide di ritornare dal padre che non ha mai stimato e qualche volta rinnegato.
Ma la domanda che mi pongo è: questi italiani sono più figli dò zappatore o più pecorella smarrita/figliol prodigo??
Citando Mario Merola ed il suo ‘O zappatore, il figlio, che è sempre nu pezz’ e cor, si è sempre messo “scuorno ‘e nuje” anzi del suo essere italiano e di aver abbandonato il suolo italiano in quanto non gli offriva opportunità (che per i più era anche vero).
Ma ora no, ti diciamo resta nel tuo paese straniero che ti ha offerto le tue opportunità, il “calore” di una nuova nazione, che ora non sa come comportarsi durante l’emergenza coronavirus, ai tempi del contagio globale.
Ora tu vedi l’italia come il tuo rifugio, riconosci alla tua nazione quel vero abbraccio che altri non ti hanno mai realmente offerto. Ma ora no, “no signore avvocato” medico o professionista, social manager o imprenditore, ora no, prima ti “mettive scuorno” quando, nei pub inglesi o nelle cerveceria spagnole o nel freddo dei paesi nordici, fingevi di non essere italiano e con orgoglio ti vantavi di aver abbandonato la terra della mafia, della nebbia o della pizza.
Ora con forza ti diciamo che tutti noi pe’ ve fa’ signore amm’ zappato” e ora è meglio che resti li, nel paese che ti ha offerto tante opportunità ma che ora ti lascia solo al tuo destino, e vorresti, anzi saresti pronto, ad accettare i tanto bistratati provvedimenti di sapore draconiano.
Mentre prima era felicissima la sera e stavi con tutti ‘sti signure ‘ncravattate con una cummitiva accussi allera senza dimenticare la presenza d‘uommene scicche e femmene pittate in quella che era ‘na festa ‘e ballo tutti ben vestiti, tutti cu ‘e fracchisciasse ‘sti signure.
Ora che la festa sembra molto lontana e la tua rinnegata nazione ancora più distante, vorresti recuperare la tua valigia (anche di cartone) e vorresti tornare in Italia per riconquistare il calore della famiglia, la passione e il casino italiano, unico al mondo, in tutte le famiglie.
Ora no, non ti vogliamo, resta li nella tua fredda casa europea o extra europea, rispetta le regole, resta a casa, stay at home! Perchè, mi chiedi perchè. Perchè so’ duje anne duje, Ca nun scrive nu rigo a casa mia, Vossignuria se metteVA scuorno ‘e nuje.
Ma ora Pur’i mme metto scuorno ‘e ‘ossignuria
Va bè, tanto si sa, alla fine il cuore italiano vince su tutto ed ora devi essere fiero di una Nazione che sta dando il meglio di se, medici e infermieri, la solidarietà di tutti, il rispetto delle regole, la coesione, l’amore.
Ora dillo a tutti, dici chi sei e da dove vieni, dillo Chi so’ dillo a ‘sta gente, SONO L’ITALIA, che alla fine non ti po’ caccia’…
Ma, come nella parabola del figliol prodigo o, ancor meglio, della pecorella smarrita, il padre lo scorge e gli corre incontro, accogliendolo a braccia aperte, rispondendo all’altro figlio che si meravigliava del suo benevolo comportamento: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo, bisogna far festa e rallegrarsi, perché tuo fratello era perduto ed è stato ritrovato.
Torna piecuro, senza cerca’ o permesso, ma addenocchiat, chiedi perdono e turnatenn’ in Italia
Alla fine ritornerai a casa e se sei un medico o un infermiere vai direttamente, dopo un opportuno tampone, in ospedale per dare il cambio ai tanti che hanno messo la loro vita a servizio di tutti.
Fatevi mordo onore, Stasera miezo a st’uommene in corsia ci sta un italiano emigrante che torna in Italia a fare il dottore.
Dedicato a mio padre e mia madre
(in questo periodo di grande stress, di grande preoccupazione e di dolore, questo mio articolo punta esclusivamente a far dimenticare per qualche minuto, tutto quello che ci accade intorno)