Jovanotti riapre le porte del San Paolo

Jovanotti torna allo stadio San Paolo di Napoli per il tour 2015. Un nuovo album pronto a far vibrare gli stadi di tutta Italia

0
485
Jovanotti riapre le porte del San Paolo

Jovanotti riaccende le luci del San Paolo. L’artista toscano si appresta ad aprire un nuovo tour e, questa volta, passerà anche per la città di Napoli. Lo stadio San Paolo riapre, infatti, le sue porte ai concerti dopo 15 anni di silenzio (che ospiterà anche Vasco Rossi)

Nei giorni scorsi, Jovanotti, ha presentato il suo ultimo lavoro “Lorenzo 2015 cc”, un album contenente 30 tracce definito dallo stesso artista uno “streaming di emozioni”. E, con il nuovo album, ha inizio il nuovo tour negli stadi che avrà luogo nei mesi di giugno e luglio. Undici le date previste per Lorenzo che si prepara a dare vita a un’altro spettacolo che si prospetta indimenticabile.

Jovanotti e la sua band, saranno allo stadio San Paolo di Napoli il 26 luglio. I biglietti venduti sono già 12mila e si prospetta un tutto esaurito. Jovanotti non è solo uno degli artisti più amati (al pari di Vasco e Ligabue), ma è anche molto apprezzato dal popolo napoletano. Il giorno della scomparsa del grande Pino Daniele, Jovanotti, con parole affettuose e per nulla banali o scontate, ha mostrato la propria vicinanza e il proprio cordoglio al popolo partenopeo così come alla città di Napoli, che perdeva uno dei suoi figli.

 

Jovanotti e il nuovo album, le prime dichiarazioni

Jovanotti è pronto a tornare con un nuovo tour e nuove canzoni. Il palco sarà sistemato a ridosso del settore Distinti, sulla linea di centrocampo. Al momento della presentazione del nuovo album, l’artista, ha rilasciato alcune dichiarazioni:

Questo gira attorno alla parola libertà perché concepito lontano da ogni tipo di condizionamento. Mi sono chiesto se 30 tracce andassero bene, poi mi sono detto che il disco è questo, anche perché, appena toglievo qualcosa, si sbilanciava tutto».«Sulla copertina dell’album ho una pettorina da motocross. E’ un’armatura da poco, non una cosa da supereroe o da guerriero, è una bardatura per il fuoristrada, ma è pur sempre una protezione. Ogni protezione è insieme una dichiarazione di attacco e una rappresentazione della propria fragilità. Il grande saggio/mistico che si mette nudo dichiara la sua invincibilità, invece questa tuta da motocross, come un’armatura, dichiara la fragilità, la vulnerabilità, che è quello di cui parla questo album. Ogni canzone parla di una relazione, di un contatto possibile, di un abbraccio per affrontare la vita, per stare nella crepa, per cavalcare il fulmine”. 

Prosegue, il cantante toscano: “In tempi di frammentazione estrema – afferma Lorenzo – nel mondo degli hashtag e dei tag ho fatto un disco che io stesso non riesco a definire, forse perché assomiglia ad un essere umano, anche nei suoi limiti, ma spero soprattutto nella sua vitalità impossibile da limitare.Durante i miei concerti mi rendo conto che le persone davanti a me non compongono un popolo omogeneo come spesso accade con la musica di genere. Il mio pubblico è moderno, è legato da un valore più che da un recinto, da uno spirito più che da una formula. Direi, cercando un’immagine, che è più interessato al vento che alla bandiera. Per questo – conclude Jovanotti – amo mettere in un album canzoni così diverse tra loro, perché so che la mia gente la pensa come me: non è in cerca di sicurezze ma di pezzi strepitosi, che liberino l’immaginazione”.

Leggi anche: Vasco Rossi e Jovanotti al San Paolo: si può fare