Come dicono gli americani. E in questo mesetto di pausa che mi sono preso tra un anno e un altro, ne è successa parecchia. A ben vedere sembra finita quasi tutta sotto la suola della Germania. E però…
Al netto degli esperimenti atomici del coreano col peggior taglio di capelli degli ultimi cinquecento anni, del temporaneo blocco degli accordi di Schengen da parte di alcuni paesi europei – odio dire “ve lo avevo detto” -, delle risse per i Rolex tra i delegati italiani in Arabia Saudita e dei guai bancari della Toscana, quelle molestie sessuali di Koeln a san Silvestro messe in atto da una manica di arrapati mediorientali – che solo i politici italiani hanno avuto la sfrontatezza di definire terroristi – tutto sommato sono un’inezia per la Merkel
Che si è incazzata in quanto Cancelliere, perché come donna non gode di grande considerazione, si sa. Comunque la tv tedesca, che sarà anche un polpettone insapore ma che ha il buon gusto di non cedere alla tentazione tutta italiota di fare auditel con i talk-show pruriginosi, questa volta ha morso alla caviglia l’amministrazione cittadina e nei notiziari quotidiani non sembra intenzionata a mollare la presa.
Salteranno molte teste tra i funzionari della polizia della cittadina più profumata della Westfalia, ve lo dico ich. Che poi la Echt Koelnisch Wasser, l’acqua di Colonia, è diventata famosa in tutto il mondo grazie ad un italiano. Un tale Farina, che nei primi del Settecento, quando puzzare come un asino da soma era lo standard, riuscì a fare i soldi con un profumo. Una genialata che non è Farina del sacco tedesco. Vedete che quando ci applichiamo…? Ma non divaghiamo. Anzi, sì
Sono stato quindici giorni in Italia, precisamente a Napoli. Che forse non è in Italia. Non lo so, decidete voi, sono stanco di litigare con amici trentennali su cosa è o non è quel luogo.
Comunque, a parte i tempi biblici dei mezzi di trasporto, a parte il furto di tutte e quattro le borchie copriruota della mia Volkswagen Lupo parcheggiata nello stesso posto per 4 mesi – è cosa nota: secondo il codice stradale partenopeo, quando uno lascia una macchina parcheggiata per più di tre settimane nello stesso rettangolo d’asfalto, autorizza automaticamente il saccheggio degli accessori – a parte un netturbino spuntato dal nulla che ha cercato di vendermene una, nonostante fosse di una Fiat…
Insomma, a parte la quantità impressionante di gente che si è riversata come lava bollente nelle strade dello shopping prima e dopo il “santonatale” – a proposito, ma se quella striscia sopraelevata ai lati della strada si chiama “marciapiede”, per quale cazzo di motivo sotto il quarantesimo parallelo la gente si ostina perlopiù a rimanerci immobile, bloccando il traffico pedonale? Chiamateli “fermapiede” e non ne parliamo più – non ho trovato grandi differenze tra Napoli e Berlino.
E che dire dei fuochi d’artificio? Ormai se la giocano alla pari. Magari vince Napoli per una incollatura grazie alle rivoltellate vere, che stranamente quest’anno non hanno fatto morti. Diciamoci la verità, tutte queste ipotetiche differenze sono solo una lunga sfilza di luoghi comuni, le solite scuse per alimentare sterili polemiche.
Alla fine della fiera Berlino è proprio come citta giardino a Marano. Solo moooolto più grande e con meno voragini.
Tschuess e Buon 2016