La Commissione VII (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei Deputati ha esaminato nei giorni scorsi ed espresso parere contrario al riconoscimento della LIS (Lingua dei Segni Italiana).
A far propendere per il no, spiega la Commissione, è il fatto che «il riconoscimento della lingua dei segni potrebbe portare più che ad includere i non udenti nella società piuttosto ad escluderli, precludendo loro di esprimersi attraverso la stessa lingua circolante». Da quanto affermato traspare dunque che l’uso della Lingua dei segni non sia utile per il normale inserimento dei sordi all’interno della società e anzi ne costituisca addirittura un ostacolo.
In realtà è stato ampiamente dimostrato come al contrario la LIS sia uno strumento fondamentale per la comunicazione dei “non udenti” e più che emarginarli dal contesto sociale li aiuti invece a sentirsene parte integrante.
Per chiarire meglio la questione, noi di Road Tv, che già in passato avevamo seguito con attenzione l’argomento, abbiamo intervistato una ragazza sorda, quindi direttamente interessata dalla bocciatura del riconoscimento.
Sei d’accordo con quanto stabilito dalla Commissione?
No, non sono affatto d’accordo su quanto stabilito, è ovvio sia una scelta dettata da altre ragioni di natura economica.
Cosa significa per i sordi il riconoscimento della LIS come lingua?
Il riconoscimento è fondamentale perché significherebbe utilizzare la Lingua dei Segni come gli udenti utilizzano l’italiano, l’inglese, lo spagnolo, lingue riconosciute a livello mondiale sia per la grammatica, sia per la struttura. La lingua dei Segni non è da meno in quanto studi e ricerche hanno dimostrato di quanto sia altrettanto completa sia a livello grammaticale che strutturale. Quindi riconoscerla significherebbe poter comunicare senza difficoltà in qualsiasi luogo, come ad esempio la posta, uno studio medico, il bar, in quanto si avrebbe la possibilità di trovare persone e/o interpreti a disposizione in qualsiasi momento della giornata aiutando ad abbattere difficoltà comunicative, come accade in Spagna e in altri paesi nel mondo dove già la Lingua dei Segni è riconosciuta in tutti i suoi diritti.
Naturalmente se in futuro ci sarà tale riconoscimento, perché tutto possa funzionare nel migliore dei modi, sono consapevole che servirà un po’ di tempo.
La LIS è veramente un motivo di esclusione sociale per la comunità sorda?
Assolutamente no, anzi al contrario. L’esclusione avviene invece adesso senza il riconoscimento dato che i sordi a fatica riescono a integrarsi, come succede nelle scuole pubbliche, dove non è favorita la piena integrazione con gli udenti e sono costretti ad iscriversi negli istituti per sordi.
La Lingua dei segni quindi, ripeto, favorirebbe una maggiore integrazione, collaborazione e non è definita come un’ alternativa bensì sarebbe un’aggiunta alla lingua orale. È come se io dicessi di parlare l’italiano ma di non poterlo fare con l’inglese: non è vero, se lo imparo è meglio e favorirebbe al meglio la comunicazione se parto in America.