La Carmen di Carmen Castiello si racconta

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Ancora Carmen in scena, con Carmen Castiello a giocare con il nome suo e delle donne che vuole rappresentare tutte insieme in un sol palco.

Ecco l’operazione artistica, culturale e di tanto altro ancora pensata e realizzata da Carmen Castiello, direttrice artistica del Balletto di Benevento. Una compagnia che ha abituato l’Italia intera a cavalcare i sogni e l’attualità, dalle carceri all’idillio! Un nome che a Benevento è sinonimo di rivalsa, riscatto, lavoro e qualità. Ma procediamo con ordine.

E’ andata in scena la “Carmen” di George Bizet e le coreografie di Josè Perez riprese da Giselle Marucci, Ilaria Mandato e Romina Bordi.

Questa è la Carmen della direttrice artistica del Balletto di Benevento e della donna Carmen Castiello che, ancora una volta, si è avvalsa della collaborazione dell’Orchestra Filarmonica di Benevento diretta da Letizia Vennarini con la regia di Linda Ocone e la voce di Maurizio Tomaciello. Un lavoro di squadra consolidato nel tempo che ormai è riconosciuto in tutta Italia.

Nella sua natura più ardente e forse effimera – ci spiega la direttrice artistica – l’arte sa diventare strumento di un’incredibile passione, capace di scardinare rigori formali ed emozionali restituendo allo spettatore una voce limpida di libertà.

I sessanta musicisti dell’Orchestra Filarmonica di Benevento Junior è stata affiancata da trenta giovanissimi danzatori scelti con un’audizione pubblica tenutasi proprio presso il Centro Studi Carmen Castiello, con la piacevole sorpresa di una rete tra gli ensemble di danza e licei coreutici provenienti da ogni dove. E proprio da quell’audizione la “Carmen” di Georges Bizet è entrata nel repertorio del Balletto di Benevento forte di un’affinità elettiva con i più intimi valori della compagnia di danza, espressi qui nel racconto che parla una lingua moderna e tutta femminile, fatta di sguardi e infiniti gesti propri di un mito mediterraneo.

La Carmen di Carmen Castiello si racconta

Carmen rivive oggi fra i nuovi palcoscenici del presente, sensuale come ogni cosa futura e inaspettata. Sul suo corpo di donna che riconosce il senso di essere vera il Mediterraneo disegna un abito rosso, un destino da infrangere con parole di libertà. Mirko Melandri e Angelo Egarese, rispettivamente nei ruoli di Don Josè ed Escamillo, hanno accompagnato la giovane protagonista leccese Elisa Carbone attraverso un percorso di amore e morte, un viaggio in terra spagnola che si trasforma presto in tragedia. Un libretto conosciuto ai più ma che non stanca mai.

Il ritmo della scena è stato scandito dalle musiche dell’Orchestra Filarmonica di Benevento a cui peraltro è stata affidata la produzione dello spettacolo – spiega la Castiello – animando la splendida cornice dell’Anfiteatro Romano. La passione che muove corpi e intenzioni fuori e dentro un palcoscenico è nella Carmen anche motivo di rivalsa, di affermazione della propria identità prima di ogni altra verità. Il desiderio di contatto diventa così ragione di conflitto, che porta gli amanti inevitabilmente a perdersi e i sentimenti a farsi silenziosi e incomunicabili. Spinta dalla volontà di ricercare dentro di sé il senso ultimo del proprio esistere, Carmen è soprattutto il simbolo di una volontà che non conosce ostacoli, che arriva fino a sacrificarsi per affermare con forza la singolarità della sua voce di donna nuova. La sua storia seduce anche noi, solo apparentemente a riparo dai suoi occhi.”