Dopo il caso Pomì, ora anche la Findus boicotta la Terra dei Fuochi. Road Tv Italia ha chiesto ai napoletani cosa ne pensano, se comprano i bastoncini di pesce e gli altri prodotti Findus, se decideranno in seguito alle dichiarazioni dell’azienda di boicottarli a loro volta, e cosa direbbero al celebre Capitan Findus, simbolo della nota azienda. Ecco che cosa ci hanno risposto.
L’ANTEFATTO. Come denunciato da Il Fatto Quotidiano, l’azienda avrebbe dichiarato ufficialmente di “non aver mai acquistato prodotti provenienti dalla cosiddetta Terra dei Fuochi“, e di aver “ulteriormente limitato l’approvvigionamento da alcune aree della Campania”, dinanzi alle pressanti richieste della grande distribuzione che chiedeva all’azienda una rassicurazione scritta in seguito al polverone mediatico sollevato dal programma Le Iene.
QUESTIONE DI MARKETING. Ma, come ipotizza Il Fatto, la decisione della Findus sembra basarsi più su ragioni meramente legate al marketing e all’immagine che non a delle reali indagini scientifiche volte a delimitare il perimetro all’interno del quale i prodotti risultano contaminati. La “zona rossa” indicata dall’azienda come off limits per i suoi approvvigionamenti infatti risulta molto più estesa di quella effettivamente “contaminata”.
SPECULAZIONE DANNOSA PER IL SETTORE. Una politica che, se da un lato tutela l’azienda, rischia di distruggere l’immagine – e l’economia – dell’intero settore agricolo campano. Ai nostri microfoni anche molti coltivatori di Confagricoltori del Beneventano e del Salernitano che organizzano periodicamente dei mercatini di ortaggi freschi e prodotti artigianali come salumi e formaggi. Loro non sono stati ancora toccati dalla crisi del mercato agroalimentare che ha investito la Terra dei Fuochi, perché sono geograficamente molto lontani da quelle zone, ci spiegano. Ma quanto ci metterà l’infamante marchio ad espandersi a macchia d’olio sull’intera regione?
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